La Nuova Sardegna

Nuoro

Stop al gasolio

Ordine del giorno del Pd sui combustibili vegetali

di Francesco Pirisi
Ordine del giorno del Pd sui combustibili vegetali

NUORO. Stop nelle scuole e uffici pubblici al riscaldamento con gasolio e spazio all’utilizzo dei combustibili vegetali, le cosiddette “biomasse”. È la richiesta alla Regione contenuta in un ordine...

07 luglio 2014
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NUORO. Stop nelle scuole e uffici pubblici al riscaldamento con gasolio e spazio all’utilizzo dei combustibili vegetali, le cosiddette “biomasse”. È la richiesta alla Regione contenuta in un ordine del giorno del gruppo consiliare del Pd. Presto il documento sarà in aula per la discussione. L’obiettivo è di dare impulso alla definizione di bandi regionali per la riconversione degli impianti, con le risorse programmate nel Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale).

Nuoro ha le carte in regola per realizzare il progetto, considerato il ricco bacino di resti della pulizia dei boschi rappresentato dal Monte Ortobene. Stesso discorso nei centri della provincia, soprattutto quelli montani. L’iniziativa è stata illustrata nella sede del partito dal consigliere Francesco Murgia, primo firmatario dell’ordine del giorno. Allo stesso tavolo, il sindaco Alessandro Bianchi, il suo vice, Leonardo Moro, e il segretario cittadino Francesco Manca. Murgia ha sottolineato i vantaggi dell’intervento: «Si abbatterebbero i costi energetici della metà e si eliminerebbe in pratica l’inquinamento, in quanto la CO2 prodotta dalle biomasse viene rifissata dalle piante». Un piano fatto di “buone pratiche”, ha aggiunto Bianchi, che dalla città dovrebbe allargarsi alla provincia, sino all’intero territorio isolano, con l’inserimento anche degli impianti privati. Murgia ha citato i presupposti normativi, a iniziare dal livello europeo, con il documento “Energia per un mondo che cambia”, attraverso il quale Bruxelles si è impegnato a ridurre entro il 2020 del 20 per cento le emissioni, e migliorare, sempre con le stesse percentuali, efficienza energetica e sistemi per l’impiego delle fonti di produzione rinnovabili. In Comune, sulla questione, c’è un primo atto ufficiale, costituito dal Patto dei sindaci, del 2011, a cui l’anno successivo ha fatto seguito il Piano d’azione per l’energia sostenibile (Peas). Ora si tratta di passare dai documenti alle realizzazioni concrete. La fonte di finanziamento è nel Quadro strategico comune (Qsc), col quale nell’agosto del 2013 la Regione si è impegnata a privilegiare nella programmazione dei fondi i progetti per le energie alternative e la riduzione delle emissioni. Nell’ordine del giorno il Comune porterà a sostegno della richiesta l’esperimento compiuto dalla Provincia a Sorgono, nell’istituto professionale Ipsaa: la caldaia della scuola è stata riconvertita da gasolio a “cippato” (piante e residui della pulizia dei boschi). Il risultato: ha prodotto calore con la metà dei costi e con un abbattimento totale dell’inquinamento da CO2. Altro responso, l’indagine conoscitiva, dalla quale è emersa la presenza nel territorio provinciale di biomassa stagionata per 6500 t/anno, in grado di sviluppare un’energia lorda di circa 22 MWh/anno. Fatti i conti su costi e benefici, in provincia, si potrebbe andare all’installazione di impianti (nei complessi di proprietà pubblica) per 16 Mw di potenza, che equivarrebbero a 160 caldaie della potenza di 100 Kw, ognuna delle quali in grado di riscaldare superfici da 600 metri quadrati.

Il vantaggio evidenziato da Murgia è anche in un’economia alternativa che si metterebbe in moto: «Su tutte, le imprese specializzate per preparare il nuovo combustibile, ma anche ditte di trasporto. C’è poi da ricordare che una parte dei residui vegetali utilizzabili oggi viene bruciata per la pulizia dei terreni». Il monte Ortobene sarà in questo progetto la fonte di produzione. Gli 800 ettari che sono di proprietà comunale stanno per passare in concessione all’Ente foreste. La firma della convenzione a breve termine. Il sindaco Bianchi: «Nel protocollo aggiuntivo c’è proprio la previsione della pulizia del bosco e raccolta del legname, che sarebbe utilizzabile proprio per le caldaie riconvertite».

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