La Nuova Sardegna

Nuoro

Non è morto per una caduta nella cava

di Angelo Fontanesi
Non è morto per una caduta nella cava

Si tinge di giallo la disgrazia accaduta a marzo in un’azienda di Orosei in cui ha perso la vita il giovane Antonello Mereu

11 luglio 2014
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OROSEI. Non fu una caduta rovinosa e accidentale a provocare le devastanti ferite che il 13 marzo scorso portarono al decesso di Antonello Mereu, 25 anni, l’operaio lapideo dorgalese spirato nel reparto Rianimazione del San Francesco di Nuoro, dove era stato ricoverato in gravissime condizioni 24 ore prima.

A confermare quella che sin dall’inizio era apparsa più di una semplice ipotesi, sono ora le risultanze della perizia tecnica ordinata dal Tribunale di Nuoro e depositata in questi giorni sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica, Andrea Vacca, che coordina le indagini condotte dai carabinieri di Orosei e dai colleghi della compagnia di Siniscola. A ritrovare il giovane riverso in una pozza di sangue, verso le 7 della mattina del 13 marzo, erano stati alcuni suoi colleghi di lavoro che però non avevano assistito all’incidente. Antonello Mereu era disteso per terra semi incosciente accanto a dei blocchi informi che si apprestava a rifilare con una macchina tagliafili.

L’operaio, che in quel momento non indossava il caschetto protettivo, aveva una vasta ferita lacero contusa sulla testa dalla quale perdeva molto sangue e anche materia cerebrale. Il macchinario al quale era addetto, a detta dei colleghi, era fermo e tutto intorno niente sembrava fuori posto. La prima ipotesi circolata parlava di una caduta accidentale, forse causata dal fondo sdrucciolevole della cava. Ma erano stati gli stessi operatori del 118, arrivati con la medicalizzata da Nuoro, ad accorgersi che in quella versione dei fatti qualcosa non quadrava. Oltre alla ben visibile ferita alla testa, Antonello Mereu presentava infatti anche chiari segni di un forte trauma toracico, una sospetta frattura alla mandibola e altre escoriazioni in diverse parti del corpo. Lesioni che sarebbero poi state confermate durante l’autopsia.

Troppe ferite e troppo importanti per essere state causate da una semplice caduta, seppur rovinosa, da altezza terra. E nonostante i disperati tentativi di salvagli la vita, Antonello Mereu era morto senza aver mai più ripreso conoscenza e quindi riuscire a dare la sua versione dei fatti.

I familiari nell’occasione avevano mostrato un altissimo spirito di solidarietà e grande forza morale acconsentendo al prelievo degli organi del loro caro.

Le indagini dei carabinieri erano comunque partite a 360 gradi e con grande impegno già nell’immediatezza dell’accaduto. Nessuna pista era stata tralasciata. Neanche quelle che portavano alle congetture più inquietanti e che non escludevano un atto delittuoso. Anche la vettura del giovane e i tabulati del suo cellulare erano stati passati al setaccio dagli inquirenti che, precauzionalmente, avevano messo i sigilli cautelativi a tutto il perimetro dell’impianto della “Nanni Mele e figli srl”, l’impresa di estrazione e lavorazione di marmo nel comparto del monte Tuttavista dove il giovane (nipote del titolare) sovente lavorava per pagarsi gli studi.

Dubbi insomma sulla dinamica di quell’incidente anomalo ce n’erano stati tanti e da subito ed era stato anche per fugare qualsiasi sospetto che il Tribunale di Nuoro aveva affidato a un perito di parte l’incarico di svolgere una dettagliata relazione tecnica sull’incidente. Perizia che però risolve il caso solo a metà: se infatti sembrerebbe ormai accertato che non fu la caduta a provocare il decesso di Antonello Mereu, l’ipotesi di un incidente sul lavoro rimane comunque la più plausibile. In questo caso però qualcuno sarebbe intervenuto sulla scena dell’incidente prima dell’arrivo dei soccorritori e dei carabinieri alterandone l’aspetto. Forse nel vano tentativo di attenuare o sviare possibili responsabilità.

La procura della Repubblica del Tribunale di Nuoro, in base proprio alle risultanze della perizia tecnica, dovrà ora rivedere le carte, specificare il quadro probatorio e formulare eventuali nuove ipotesi di reato in relazione a quanto emerso nelle ultime settimane.

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