La Nuova Sardegna

Nuoro

Dirigente “defenestrato” reintegrato dal giudice

di Valeria Gianoglio
Dirigente “defenestrato” reintegrato dal giudice

Era stato spostato dal settore Lavoro per occuparsi di “liquidazione Province” Per il tribunale era illegittimo. Giovanni Deiana ha vinto il ricorso anti-Deriu

17 luglio 2014
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NUORO. «Non si può conferire a un dirigente un incarico che lo costringe a una sostanziale inattività», soprattutto – scrive ancora il giudice – se «non gli sono state assegnate risorse umane, né mezzi finanziari per adempiere al suo incarico». Tra le cinque pagine dell’ordinanza emessa in queste ore dal giudice del lavoro del tribunale di Nuoro, Alice Serra, si nasconde l’ultimo atto di una guerra sottile combattuta tra i corridoi della Provincia e con attori tutti interni al Pd nuorese: da un lato l’ex presidente della Provincia di Nuoro, e ora consigliere regionale, Roberto Deriu, dall’altro il dirigente, fino ad alcuni mesi fa, del settore Lavoro, Giovanni Deiana, che è anche capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale.

È una storia complicata, ma in fondo neanche tanto, quella andata in onda dal novembre a oggi, tra avvocati, atti, documenti e carte bollate. Una vicenda che dopo mesi di battaglia si è conclusa in questi giorni con il reintegro, su ordine del tribunale, del dirigente spostato di settore, Deiana, nel settore per il quale lavorava fino allo scorso novembre.

Era dal 2008, che Giovanni Deiana, 47 anni, due lauree con 100 e lode, in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano e in Scienze politiche a Sassari, dottorato di ricerca in Diritto costituzionale e a lungo docente di Diritto pubblico, dirigeva il settore Lavoro della Provincia di Nuoro. E per diversi anni, il suo incarico, nel palazzo di piazza Italia, scorre tranquillo. Cento dipendenti da gestire insieme a un budget medio annuale di cinque milioni di euro da impiegare per far funzionare la complessa macchina dei Centri servizi per il lavoro e di tutti gli annessi.

Ma alla fine dell’anno scorso, in Provincia, le cose cambiano e pure parecchio. È il 5 dicembre, infatti, quando una delibera, la numero 82, dell’ente provinciale, riorganizza tutti i suoi settori, accorpa alcune competenze, sposta alcuni dirigenti. La Provincia e il presidente Deriu, di fronte ai primi malumori legati alla mini-rivoluzione lo spiega da subito che dietro quei cambiamenti ci sono precise ragioni organizzative e legate alla produttività.

Ma evidentemente non tutti la pensano così. E non la pensa così, in particolare, Giovanni Deiana. L’allora dirigente del settore Lavoro e politiche sociali , infatti, con un decreto datato 11 dicembre 2013, viene spostato a dirigere un settore nuovo di zecca: è quello che si deve occupare della “liquidazione delle Province”. Ma quale “liquidazione”?, pensa Giovanni Deiana, se ancora non esiste una legge che abolisce gli enti in questione? Il dirigente provinciale, insomma, sin dall’inizio fiuta una puzza insistente di bruciato. Si sente defenestrato, e lo tocca anche con mano quando si accerta che non solo non gli è stato messo a disposizione personale, ma neppure le risorse finanziarie e gli obiettivi che ogni settore dovrebbe avere, se tale si vuole chiamare.

Da un giorno all’altro, insomma, Deiana si trova a dirigere una sostanziale scatola vuota con il forte sospetto che dietro quella scelta vi sia ben altro: la guerra intestina al Pd tra coloro che sostengono Deriu alle Regionali, e coloro che invece non parteggiano per lui. E così, parte il primo ricorso al giudice del lavoro. Ma è un ricorso nel merito, e come tale ha tempi lunghi, mentre Giovanni Deiana ha fretta di vedere riconosciute le proprie ragioni e soprattutto vuole essere reintegrato nel suo settore. Quello dove, come ha spiegato al giudice del lavoro, ha prodotto 183 determinazioni e gestito oltre 1000 pratiche.

Deiana presenta dunque un nuovo ricorso con una procedura d’urgenza e il giudice del lavoro, Alice Serra, si pronuncia dopo nemmeno due mesi. E la sua ordinanza, oltre a dare piena ragione a Deiana e agli argomenti sostenuti dal suo avvocato, Francesco Pirari, ha un effetto immediato: la reintegra di Deiana nel settore Lavoro e politiche sociali. La dovrà eseguire l’attuale presidente della Provincia, Costantino Tidu.

Il giudice del suo lavoro, nella sua ordinanza, boccia senza mezzi termini la Provincia: spiega che la revoca dell’incarico per Deiana non si è conformata «ai precetti di buona fede e correttezza», scrive che nessun dirigente «può essere conferito un incarico che lo costringe a una sostanziale inattività».

«Il ricorrente – scrive il giudice – ha allegato, e ciò non è stato contestato dalla Provincia,che tuttora non gli sono state assegnate risorse umane, né mezzi finanziari per adempiere al suo incarico».

«Sul punto – aggiunge il giudice – l’unica difesa della Provincia consiste nel produrre le buste paga dalle quali emergerebbe che il ricorrente percepisce la stessa identica retribuzione». Ma per Giovanni Deiana, evidentemente, il problema non è mai stato lo stipendio, ma è sempre stata una questione di dignità. Un danno alla professionalità e all’immagine. E anche questo, il giudice lo ha riconosciuto in pieno.

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