La Nuova Sardegna

Nuoro

Poesie d’amore nelle vie del centro

di Gianluca Corsi
Elio Moncelsi
Elio Moncelsi

Singolare iniziativa dell’artista Elio Moncelsi a Orghiddu, il cuore della città

24 agosto 2015
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NUORO. Hanno cominciato a fare la loro comparsa da qualche giorno, un po’ in sordina, senza che quasi nessuno se ne accorgesse. Dal giorno alla notte le misteriose impronte bianche hanno iniziato a spuntare nei vicoli poco battuti di Orghiddu, tra via Brofferio e via Roma (dove un tempo sorgeva la mole maestosa della Rotonda); ma in questi ultimi due giorni ne sono state avvistate altre fin su, tra “cuzoneddos” e antichi portali, fino a Sa Codina (piazza della Vite, a metà salita dalla via Poerio). Cosa sta succedendo in quel delizioso quadrato della vecchia Nuoro? Qualcuno azzarda ipotesi fantasiose, che mettono i brividi ai bambini, pure affascinati, e costringono le vecchine in “fardetta” a segnarsi con la croce. Storie nuoresi di antichi amanti, che vagano durante la notte tra i luoghi appena riconoscibili del loro passato e, prima che faccia giorno, lasciano le tracce del loro inquietante passaggio… Non solo le orme bianche dei loro calzari, ma anche struggenti versi d’amore affissi sui vecchi portoni in legno dove, magari, erano soliti appartarsi, o sugli scuri di finestre che, se potessero parlare, racconterebbero piccole e grandi storie di straordinaria quotidianità nuorese. Per fortuna, almeno stavolta, i fantasmi non c’entrano niente. Quelle impronte candide non sono altro che “I passi dei ragazzi innamorati”, il nuovo affascinante progetto dell’artista nuorese Elio Moncelsi, che proprio nel cuore di Orghiddu ha il suo studio meravigliosamente caotico e invitante.

«Da ragazzi – racconta Moncelsi – abbiamo sempre passeggiato nei vicoletti poco frequentati: luoghi ideali per incontrare le ragazze. Ad esempio ho un ricordo bellissimo di via Cattaneo, quando ancora terminava con una serie di gradini, non passavano automobili e ci si poteva sedere tranquillamente». Quei ricordi struggenti, per Elio Moncelsi, sono porte e finestre aperte. Ecco perché ha deciso di raccogliere le composizioni degli ultimi quindici anni (di cui sta curando la pubblicazione in volume) e collocarle nei pezzi unici dell’altra sua bizzarra e originale collezione: vecchie finestre, porte e portali.

«La poesia è una finestra sul tuo cuore / non tenerne chiusi gli scurini / non aver paura di aprirla». Il poeta, dunque, invita i nuoresi ad aprire il proprio cuore alla poesia, usando la metafora delle finestre e delle porte come luogo di comunicazione tra interno ed esterno. E, per fortuna, in questo ha gioco facile: «Nuoro è un terreno fertile, lo dimostra l’affetto che sto riscontrando per questa iniziativa, al punto che, ormai, mi chiedono le installazioni nelle facciate delle case». Ora le impronte bianche, apparse nottetempo, suscitano ricordi struggenti e scaldano i cuori.

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