La Nuova Sardegna

Nuoro

Rapina fallita sulla 131 Dcn, pick up ancora introvabile

Gli agenti della squadra mobile stanno setacciando senza sosta le campagne I banditi hanno agito con professionalità, ma sono stati troppo spavaldi

05 gennaio 2016
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NUORO. Non è stata ancora trovato il fuoristrada cassonato utilizzato dai due rapinatori della banda che ha fallito l’assalto al furgone portavalori della Vigilpol sulla 131 Dcn alla periferia di Nuoro in direzione di Ottana. Gli agenti della squadra mobile, al comando del dirigente Fabrizio Mustaro e cooordinati dal sostituto procuratore della Repubblica, Giorgio Bocciarelli, titolare dell’inchiesta, stanno passando al setaccio le campagne alla ricerca del pick up che se non è stato dato alla fiamme potrebbe riservare interessanti spunti per le indagini. Gli investigatori stanno anche verificando tutti gli elementi raccolti e ricostruendo il complicatissimo puzzle. Un durissimo lavoro anche quello che stanno svolgendo gli esperti della scientifica che stanno cercando tracce su tutto il materiale trovato sulla 131 Dcn dopo l’agguato, a cominciare dai chiodi artigianali sui quali potrebbero esserci impronte e anche tracce di dna utili per poter risalire ai banditi.

Intanto, gli agenti della squadra mobile stanno ricostruendo nei dettagli le modalità dell’assalto fallito, per riuscire a capire se ci sono analogie con quello spettacolare compiuto sulla 131 vicino a Cagliari e forse, anche se molto difficilmente, con quello messo a segno sulla 131 a Campeda qualche mese fa. È infatti molto alta la possibilità che sabato mattina sulla Dcn dopo la galleria di Nurdole ci fosse qualche bandito che aveva partecipato agli altri due assalti. Rapinatori esperti ingaggiati per l’occasione, una sorta di “free lance” del crimine che mettono a disposizione la loro esperienza: un’ipotesi sempre più concreta. Banditi che sanno usare molto bene i fucili d’assalto, come il Kalashnikov oppure gli R70 Nato, che sanno gestire le situazioni complicate, che non si lasciano prendere dal panico e, soprattutto, che non terrorizzano gli altri automobilisti ma pensano soltanto a raggiungere il loro obiettivo.

Banditi che curano i dettagli degli assalti in maniera maniacale e agiscono sempre dove possono garantirsi più vie di fuga. E studiano nei minimi particolari le possibilità per allontanarsi senza correre alcun rischio. Come hanno fatto sabato mattina. Banditi spavaldi, sicuri del fatto loro, con un basista che gli fornisce tutte le indicazioni con estrema precisione. Hanno fallito soltanto perchè hanno perso tempo a fermare le auto sulla corsia di fuga e calcolato male il lancio dei chiodi nelle corsie opposte. Erano così sicuri del fatto che il furgone si sarebbe fermato con le ruote bucate che non si sono preoccupati più di tanto di aspettarne l’arrivo. Erano certi che sarebbe dovuto passare e anche che si sarebbe fermato da solo con le ruote bucate. Solo quando l’hanno visto sfilare indisturbato e a tutta velocità, hanno capito che erano stati troppo superficiali e allora hanno sparato alcuni colpi di kalashnikov. Ma non contro il portavalori, ormai lontano, come sarebbe potuto anche essere logico, ma in aria. Colpi di fucile carichi di rabbia per essersi resi conto di aver sbagliato qualcosa.

Ma forse anche per segnalare ai complici dall’altra parte della strada di allontanarsi in tutta fretta. E così hanno fatto, a bordo di un anonimo furgoncino Opel Combo ritrovato bruciato nelle campagne di Su Berrinau, a breve distanza in linea d’aria dal luogo del fallito assalto. (plp)

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