La Nuova Sardegna

Nuoro

Il sogno industriale ora è un film

Il sogno industriale ora è un film

Sabato all’Eliseo l’anteprima gratuita di “Senza passare dal VIA”, documentario di Sanna e Siotto

13 ottobre 2016
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NUORO. Raccontata dalle cronache dei giornali con cadenza quantomeno settimanale, la storia quarantennale dell’industria nella Sardegna centrale diventa un film documentario che rievoca la stagione di speranze e illusioni dei primi anni Settanta e il brusco risveglio tra le macerie del presente e un’area pesantemente inquinata. Il merito è dei registi nuoresi Antonio Sanna e Umberto Siotto, un duo di autori che nell’arco di un ventennio ha realizzato corti , film e documentari nel segno di un costante impegno civile. Il risultato odierno è “Senza passare dal VIA”, lungometraggio di 80 minuti che è stato presentato ieri nella sede dell’Isre, che sotto la presidenza di Bruno Murgia ha voluto credere nel progetto dei due autori con un contributo.

Sabato 15 ottobre, il film verra presentato al pubblico al teatro Eliseo, in due proiezioni a ingresso gratuito (ore 17 e ore 21). Durante la serata interverranno numerosi protagonisti della pellicola (e di quella stagione), dall’ex presidente della Regione Pietrino Soddu all’eurodeputato Giosuè Ligios. E ovviamente gli operai e sindacalisti protagonisti nel bene e nel male dell’avventura industriale.

Il film racconta le origini e la storia del Polo petrolchimico di Ottana ed è diviso in vari capitoli. Affronta tutte le fasi del progetto di industrializzazione, a partire dalle conclusioni cui giunse la commissione d’inchiesta Medici sul banditismo in Sardegna, le cui radici profonde vennero individuate nella stessa cultura del mondo pastorale. La nascita di una classe operaia e di una cultura industriale venne così individuata come soluzione nel tempo di tale fenomeno. Era un’ipotesi totalmente sbagliata, di neocolonialismo come si disse allora? Oppure la guida di tale processo fu semplicemente affidata nelle mani sbagliate? A questi e tanti altri interrogativi cerca rispondere il documentario di Sanna e Siotto, che si configura come un’inchiesta giornalistica.

Ignazio Figus, responsabile del settore audiovisivo dell’Isre, inserisce a pieno titolo “Senza passare dal VIA” nella tradizione dell’istituto etnografico, chiamato per statuto ad analizzare e raccontare le mutazioni antropologiche e sociali dell’isola. «La particolarità di questo lavoro – ha detto Figus – è che la narrazione è arricchita da rari filmati dell’epoca, tra i quali figurano anche quelli propagandistici a favore dell’industrializzazione e dei suoi protagonisti, a cominciare da Nino Rovelli». Anche la Società Umanitaria-Cineteca Sarda di Cagliari ha voluto dare il proprio contributo, fornendo fra l’altro preziosi filmati. «Il nostro obiettivo – ha detto il direttore Antonello Zanda – è sostenere il recupero della memoria storica audiovisiva, e il lavoro di Sanna e Siotto è orientato in questo senso».

Dal canto loro, gli autori hanno premesso che “Senza passare dal VIA” «non vuole essere un processo, ma offrire ulteriori elementi di riflessione, evidenziando comunque forzature e manipolazioni attorno a un processo industriale in difficoltà già dal suo inizio. Un progetto che voleva essere una risposta in termini sociali senza essere competitivo sul mercato». Il film presenta tante testimonianze, tra le quali quelle dell’antropologo Bachisio Bandinu, contrario sin dall’inizio, e dell’allora sindaco di Ottana, l’avvocato Mario Lai, che sottolinea in sostanza come fu impossibile per una piccola amministrazione locale opporsi al progetto.

Ma quanto è costata dalle origini a oggi l’industrializzazione di Ottana? Sanna e Siotto hanno provato a fare i conti, partendo dai 300 miliardi lire iniziali sino a oggi, passando per i fondi spesi in ammortizzatori sociali e in nuove, fallimentari iniziative industriali: almeno due miliardi di euro. (p.me.)

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