La Nuova Sardegna

Nuoro

La carica dei 300 studenti alla scoperta dell’impresa

di Alessandra Porcu
La carica dei 300 studenti alla scoperta dell’impresa

Macomer celebra con Nuoro, Gavoi e Tortolì il Pmi day voluto da Confindustria Il presidente Bitti: «L’obiettivo è rafforzare la cultura dell’iniziativa privata»

16 novembre 2019
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MACOMER. «Raccontare le imprese, il loro ruolo produttivo e sociale, mostrando agli studenti come un’idea possa trasformarsi in progetto imprenditoriale». Questo è, secondo il presidente di Confindustria Sardegna Centrale, Giovanni Bitti, il Pmi day Industriamoci. E ieri mattina, a celebrare la 10ª giornata nazionale delle piccole e medie imprese, sono stati oltre 300 ragazzi e ragazze provenienti da sette istituti superiori di Nuoro, Gavoi e Tortolì. Sparsi tra la provincia nuorese e quella ogliastrina, hanno potuto conoscere da vicino 20 aziende. A Fonni, Siniscola, Mamoiada, Orani, Ottana, Tortolì, Macomer, compreso il capoluogo barbaricino, gli imprenditori hanno spalancato i cancelli per mostrare ai giovani realtà completamente differenti tra loro. Così hanno visto coi loro occhi come si lavorano i metalli o come funzionano i trasporti eccezionali.

Come si producono l’olio evo e i vini, ma pure in che modo vengono lavorate le carni e il pane carasau. Un mondo variegato quello delle piccole e medie imprese che, nonostante la crisi economica, la globalizzazione e la concorrenza sleale, tengono duro dando lavoro a centinaia di persone. «Eventi come questo – ha sottolineato Giovanni Bitti –, servono per diffondere la cultura imprenditoriale nel nostro territorio dove l’iniziativa privata è ancora debole. Ci sono sempre nuove sfide da affrontare. Una si chiama resilienza e pone le aziende nella condizione di riorganizzarsi. L’altra ha a che fare con la tutela del made in Italy e con la lotta alla contraffazione». Come detto anche la zona industriale di Tossilo e Macomer, con la cooperativa Progetto H, sono state il fulcro del Pmi day.

«La nostra è un’azienda giovane. Io e i miei due fratelli abbiamo fondato il mangimificio Profenda nel 2004. Ma a dire il vero – ha sottolineato Pierpaolo Milia, uno dei titolari –, la mia famiglia ha iniziato a investire nella commercializzazione delle carni oltre 50 anni fa. Col tempo abbiamo diversificato le produzioni e investito su tecnologie all’avanguardia. Solo così – ha detto, rivolgendosi agli studenti del Liceo di scienze umane “Satta” e del Tecnico “Ciusa” di Nuoro –, si può far crescere un’azienda. Servono coraggio, un pizzico di fortuna e sacrificio». Dello stesso avviso il presidente Giovanni Bitti che, col fratello Roberto, ha fatto da cicerone in azienda. Nata circa 20 anni fa, dal 2014 l’Eurografica è diventata Sigma industria grafica. «Abbiamo 30 dipendenti, esportiamo i nostri prodotti in tutta Italia e abbiamo lavorato duro per arrivare qui. Mandare avanti un’impresa e renderla competitiva sul mercato – ha precisato –, significa rispettare le regole, essere preparati e professionali». «Ragazzi – ha aggiunto Roberto Bitti –, niente viene regalato. Studiate. Se avete un sogno impegnatevi per realizzarlo». Messaggi arrivati forti e chiari agli studenti. «Oggi – hanno affermato Giulia Congiu, Antonietta Marrosu e Iole Giannutti –, abbiamo capito quanto ci voglia per produrre un sacco di mangine o l’etichetta di una scatola di pelati». Michele Piredda, dopo averla visitata è giunto a una conclusione. «Da grande vorrei diventare il manager di un’azienda come la Profenda».

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