La Nuova Sardegna

Nuoro

Le voci del coro Baronia alla conquista dell’Europa

di Mauro Piredda
Le voci del coro Baronia alla conquista dell’Europa

Venti anni di canzoni della tradizione per il sodalizio presieduto da Zoroddu «Ogni volta che ci esibiamo davanti al pubblico è una grande e bella emozione»

01 febbraio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





TORPÈ. Nasceva quasi vent’anni fa a Torpè. E da allora il coro polifonico “Baronia” ha segnato la vita culturale di una comunità con passione e voglia di confrontarsi. Alcuni cantori, guidati dal maestro di allora Salvo Toro, hanno così dato vita a una formazione di successo che, nel corso degli anni, ha unito diversi paesi della zona con il duplice obiettivo di dare continuità alla tradizione nuorese del canto corale e di portare tali sonorità oltre il mare che congiunge l’isola al resto dell’Europa. Attualmente, esattamente dal 2003, la formazione è diretta dal maestro Francesco Ganga e propone, oltre ai canti della tradizione locale, anche quelli di matrice alpina, spirituals, canti gregoriani e sacri. Una formazione, il “Baronia”, che è anche un sodalizio culturale presieduto da Raimondo Zoroddu e impegnato nel territorio con festival e rassegne. E anche con le trasferte da organizzare nel dettaglio per sancire nuove collaborazioni.

L’ultima uscita del “Baronia” è dello scorso novembre, dall’8 all’11 in Ungheria, in occasione della manifestazione internazionale “Cantate Budapest 2019”. “Nanneddu meu”, “Non potho reposare”, “Mariedda”, “Mariannedda”, “Su nugoresu”, “Sa crapola”, “A duruseddu”, “La corsicana”, “Sas cosas bellas de su coro”: questi alcuni brani della tradizione sarda che hanno incantato la platea.

«Ovviamente – spiegano i cantori – i presenti non capivano bene i testi dei brani, ma quando il nostro presidente introduceva in italiano e in inglese la storia ed il significato di ogni brano tutti iniziavano a percepire la sensazione di entrare in un mondo incantato, insolito, in una storia originale». La manifestazione è stata chiusa con un canto collettivo che ha coinvolto i diversi cori nell’esecuzione di “Tábortüznèl – Bárdos Lajos”, canzone popolare del repertorio ungherese composta da Márkus Miklós. I nostri, inoltre, si sono cimentati in un’interpretazione del brano gregoriano “O Salutaris Hostia” (celebre inno liturgico composto da San Tommaso d’Aquino) durante la cena di gala nel prestigioso Danubius center. Quella ungherese non è stata l’unica trasferta dei cantori baroniesi. Nel corso degli anni le voci del maestro Ganga hanno stretto gemellaggi in Svezia, con l’“Harmony gospel Choir” di Tidaholm, il coro della chiesa protestante locale. «Siamo andati a trovarli due volte – spiega Zoroddu – e loro da quasi dieci anni vengono qui da noi. Con loro abbiamo stretto un legame molto profondo». Il “Baronia” è anche gemellato con il “Cime di Redasco” di Grosio, in Valtellina. «Ci hanno ospitato in diverse occasioni, e loro sono stati tra i protagonisti di una edizione del nostro festival “Voci di Primavera”». La prossima, con tutta probabilità, vedrà la partecipazione di un coro femminile sloveno conosciuto in Ungheria, durante l’ultima trasferta.

«I cori polifonici – afferma Zoroddu – è vero che hanno un’origine non sarda, una matrice alpina, ma è anche vero che ormai fanno parte della nostra tradizione grazie all’impegno di tante corali sparse in tutta la Sardegna e grazie sopratutto all’intuizione di alcuni pionieri come Giampaolo Mele, Banneddu Ruju, Bobore Nuvoli e Tonino Puddu. Dobbiamo tutto a loro. Oggi siamo in tanti a cantare in questo modo in Sardegna e ogni volta che conosciamo nuovi gruppi è una bella emozione». Negli anni il coro “Baronia” ha avuto diverse formazioni. «Abbiamo anche noi il nostro turnover – conclude Zoroddu –. È normale che qualcuno ceda il passo a nuovi ingressi, ma spesso si tratta di interruzioni temporanee dovute a particolari momenti della propria vita. In ogni caso abbiamo un nucleo fisso composto da una ventina di voci». Oggi il coro “Baronia” del maestro Ganga è composto dal citato Raimondo Zoroddu e dagli altri due solisti Luigi Gaddari e Renato Dalu. Con loro anche Nicola Cossu, Giancarlo Maccioni, Pinuccio Sanna, Albino Marrosu, Piero Pala, Pietro Pinna, Francesco Disi, Tonino Mulargia, Tore Pinna, Salvo Spanu, Marino Mula, Giovanni Tanda, Franco Manca, Roberto e Giacomo Mulargia. «Non siamo tutti di Torpè – conclude Zoroddu – e questo è un valore aggiunto: con noi siniscolesi, posadini, budonesi, delle frazioni e persino ozieresi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative