La Nuova Sardegna

Nuoro

Lavoratori stagionali, 20mila a rischio

di Francesco Pirisi
Lavoratori stagionali, 20mila a rischio

Pani (Cgil): «Stagione persa nel turismo se le restrizioni dovessero proseguire»

10 aprile 2020
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NUORO. Il coronavirus potrebbe annientare i circa 20mila posti di lavoro stagionali della provincia. Si tratta dei lavoratori del turismo, abitualmente occupati da aprile nelle strutture ricettive e in tutto quanto ruota intorno al mercato delle vacanze. I conti li fa Giacomo Pani, dal luglio dell’anno passato segretario della Cgil Nuoro- Ogliastra: «Se le restrizioni per l’emergenza sanitaria dovessero superare maggio, la stagione turistica sarebbe persa. Perché a quel punto diventerebbe impossibile programmare anche i mesi di luglio e agosto». Gli uffici del sindacato sono impegnati a tamponare il buco lasciato nel settore già nei mesi della primavera, a partire proprio dalla settimana di Pasqua, che nella provincia è anche il punto di partenza della stagione: «Per chi ha un’occupazione, anche a tempo determinato, gli uffici del patronato lavorano per attivare la cassintegrazione, sia ordinaria e sia in deroga, o il Fis, il fondo d’integrazione salariale. Il problema è piuttosto per i disoccupati, che comunque nei quattro, cinque mesi del turismo riuscivano a trovare un impiego. Per loro oggi non ci sono se non le mense e i buoni spesa dei comuni o di associazioni di volontariato».

Un filo rosso che unisce 100 chilometri di costa da Budoni a Tertenia. Rimangono chiusi alberghi, camping, seconde case che impiegavano circa 14mila addetti, tra camerieri, chef, custodi e giardinieri. Il resto della perdita, altri 4,5mila posti, è nell’indotto, dai trasporti (pullman e tassisti) alla grande distribuzione, anch’essa caratterizzata dalle assunzioni stagionali, con il crescere della clientela.

Il segretario della Cgil, Pani, spiega ancora: «La stagione di queste aziende viene di regola programmata già a febbraio, lavoro che quest’anno è saltato proprio perché proprio in concomitanza è iniziata l’emergenza del coronavirus. Vediamo cosa succede in questo mese e capire se le restrizioni saranno almeno allentate».

Attesa, più che una vera speranza, che accompagna tutti i settori sociali ed economici anche tra Nuoro e l’Ogliastra. L’ottimismo non ha però giustificazioni concrete.

Pani è di questa idea: «Spiego il perché. La ripartenza della nostra attività turistica è legata anche ai trasporti, fondamentali per un’isola. Ora per via dell’epidemia sono bloccati i collegamenti aerei. Mentre su quelli navali, oltre alla problematica sanitaria, pesa la situazione fallimentare della Tirrenia, che non si sa se potrà garantire già nei prossimi mesi il servizio di collegamento con la penisola, così come l’abbiamo conosciuto sino a ora».

Prima di darsi per vinti, l’ultima possibilità vista da Giacomo Pani: «Riaprire a luglio e agosto, seppur con tutti gli accorgimenti e cautele (uso di mascherine, distanziamento nei locali, ndc). Ripeto, la vedo in salita, ma spero di essere smentito dai fatti».

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