La Nuova Sardegna

Nuoro

Orgosolo, firme false Corda: «Due liste non autenticate»

di Kety Sanna
Orgosolo, firme false Corda: «Due liste non autenticate»

In aula sentito l’ex commissario straordinario del Comune «In municipio non si presentò nessuno per la sottoscrizione»

23 settembre 2020
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NUORO. Udienza fiume al processo per le firme false che vede imputato il sindaco di Orgosolo, Dionigi Deledda, la segretaria comunale, Gloria Fiore, il consigliere Franco Battacone (difesi dagli avvocati Marco Basolu, Pasqualina Ortu e Giuseppe Floris), e otto sottoscrittori delle liste accusati in concorso, di favoreggiamento, falso ideologico per aver formato «falsamente atti, e segnatamente, due elenchi contenenti le sottoscrizioni per la presentazione alle elezioni comunali della lista di candidati denominata “Orgolesi” presentata per le elezioni comunali del Comune di Orgosolo del 5 giugno 2016, avente come candidato sindaco Dionigi Deledda». A Fiore, il pm Ghironi contesta anche, l’aggravante «di aver commesso il fatto con abuso di poteri e in violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione di segretario comunale del Comune di Orgosolo». Dopo la riunione dei due procedimenti, ieri davanti al giudice Ponti è stato sentito l’ex commissario straordinario di Orgosolo, Felice Corda che ha ripercorso i fatti accaduti nel maggio 2016. «La mattina di lunedì 9 maggio ero arrivato in Comune e in ufficio avevo notato un gruppo di persone che discutevano animatamente. Sono entrato e ho trovato all’interno Daniela Cossu, Giovanna Cadinu e Peppino Corda, responsabili degli uffici anagrafe ed elettorale. Sono stato coinvolto in una discussione da cui ho appreso che il sabato, giorno della chiusura e della presentazione delle liste elettorali, all’ultimo momento si erano recati in municipio due ex assessori comunali del paese che avevano presentato le liste alla presenza della segretaria comunale. I due dipendenti, Corda e Cadinu che si trovavano lì in quel momento, avevano sostenuto che nessun altro si era presentato con loro. Faccio presente – ha aggiunto Corda – che come commissario straordinario solo io o la segretaria potevamo autenticare le firme previste per legge, sia per i sottoscrittori delle liste sia per i consiglieri comunali. Erano state presentate due liste sottoscritte da 102 elettori, e se anche in Comune non si era presentato nessuno, la segretaria comunale aveva riferito che le liste erano regolari. Ciò che mi colpì, poi, fu la dichiarazione della Cadinu – ha rimarcato l’ex commissario – che mi aveva detto di aver notato la firma di una persona che conosceva, tale Francesca Tuffu, e ne aveva contestato l’autenticità». Il pm ha poi chiesto al teste se confermava quanto gli era stato riferito direttamente dalla responsabile dell’ufficio anagrafe. «L’ho chiamata nella mia stanza – ha risposto Corda – e ricordo che perché preoccupata mi aveva chiesto se era possibile non coinvolgerla in questa vicenda. La mattina successiva ho chiamato il commissario di pubblica sicurezza di Orgosolo e gli ho raccontato quanto appreso». Anche gli avvocati della difesa hanno insistito sulle dichiarazioni che Giovanna Cadinu avrebbe rilasciato all’ex commissario. Sentita come teste, subito dopo, la dipendente comunale di Orgosolo, di fatto ha smentito quanto dichiarato da Corda. «Non ho mai detto al commissario di aver riconosciuto quella firma come falsa – ha detto l’impiegata –. Non avevo gli strumenti per dichiarare una cosa simile. Conosco Francesca Tuffu, e forse in quella occasione avevo detto che si trattava di una firma “strana”, perché lei è giovane. Ma si trattava di una mia valutazione». Quindi il pm rivolgendosi alla teste le ha chiesto: «Di tutte le firme l’ha colpita solo quella?». «Sì» ha risposto lei.

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