La Nuova Sardegna

Nuoro

Nessuna lista a Sorgono e Belvì

di Michela Columbu
Nessuna lista a Sorgono e Belvì

Il 25 e il 26 nei due paesi non si vota. Dalla prossima settimana arrivano i commissari prefettizi

18 ottobre 2020
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NUORO. Sorgono e Belvì hanno scelto di non scegliere, e dalla prossima settimana affideranno la loro guida a un commissario prefettizio. A Sorgono, con un consiglio comunale formato da maggioranza e opposizione, non è stata presentata alcuna lista per le elezioni amministrative del 25 e 26 ottobre, ed è per questo che i cittadini non potranno fare affidamento sulla guida di un loro concittadino democraticamente eletto almeno fino a maggio o giugno prossimi, quando ci sarà una nuova chiamata alle urne. Non ha una spiegazione il sindaco uscente Giovanni Arru, 64 anni, una esperienza politica trentennale alle spalle di cui un solo mandato con la fascia tricolore che ha scelto di non bissare. «Evidentemente – commenta – chi stava lavorando per la formazione di una lista poi ha trovato qualche intoppo, perché non mi so spiegare come mai si sia arrivati a questa situazione. Sicuramente le componenti politiche e sociali di questa comunità devono interrogarsi e rimettere in moto una macchina che, spero solo per questa tornata, si è fermata. Sorgono del resto continua a mantenere una funzione importante anche per il territorio, dal momento che ospita tantissimi servizi: dalle scuole superiori alla sede Inps, dall’ospedale San Camillo agli uffici della Comunità Montana, di Argea e Laore. Penso sia mancata la consapevolezza dell’importanza di amministrare la cosa pubblica». Nel paese vocato alla viticoltura, in questi giorni ci sarebbe stato grande fermento con l’organizzazione della manifestazione di Autunno in Barbagia, Sa Innenna, la vendemmia appunto. Ma ora, certo, pur se si continua a lavorare e a trasformare in ottimi vini la raccolta di quest’anno, manca quel fermento che portava l’evento: e forse è proprio la pandemia che ha in qualche modo sospeso anche quell’interesse ad occuparsi della cosa pubblica, che ha bloccato la possibilità di confronto regalando una maggiore incertezza del futuro. Incertezza legata anche all’altra grande questione, quella sanitaria, che nel sessantesimo anniversario dalla nascita del San Camillo, ha visto celebrarsi simbolicamente i funerali di un ospedale che ha perso la sua funzione nel territorio e per il quale a luglio scorso, per l'ennesima volta hanno protestato tutti i sindaci della zona assieme alle comunità. Trenta chilometri di curve più a sud è un altro il sindaco a non trovare spiegazione alla mancata presentazione delle liste: Sebastiano Casula, 49 anni e un mandato che giunge a termine fra una settimana, motiva il disinteresse per l’amministrazione di Belvì (due liste alla precedente consultazione) con una «generale apatia verso tutto. Non solo a Belvì – spiega – ma sembra che nelle comunità del centro siamo rimasti in pochi ad interessarci al bene dei paesi. Avevo annunciato che non mi sarei ricandidato e che avrei concluso questa esperienza con la consapevolezza, però, di lasciare una macchina che per diverso tempo può marciare bene: abbiamo diversi progetti in esecuzione, come i lavori per il museo delle scienze, così come i lavori sulle condotte rurali. Insomma c’è carne al fuoco e fino a maggio spero che qualcuno ci ripensi».

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