La Nuova Sardegna

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tribunale 

Violenza privata su un badante, il teste: «Non vidi escoriazioni»

NUORO. «Il 2 giugno 2016 avevo ricevuto la telefonata di mio cognato, Antonio Chessa che mi chiedeva di raggiungerlo a casa del padre ultra 90enne. Mi aveva anticipato che erano spariti dei soldi,...

15 aprile 2021
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NUORO. «Il 2 giugno 2016 avevo ricevuto la telefonata di mio cognato, Antonio Chessa che mi chiedeva di raggiungerlo a casa del padre ultra 90enne. Mi aveva anticipato che erano spariti dei soldi, circa 40mila euro, ed essendo io un medico, voleva che fossi presente nel momento in cui il padre avrebbe appreso la notizia. Quando arrivai a casa del signor Giuseppe, il badante era seduto su una poltrona all’esterno e non aveva segni particolari sul corpo. Era tranquillo». Ieri al processo a carico di Antonio e Marco Chessa, padre e figlio, e Angelo Arcadu (assistiti dagli avvocati Lorenzo Soro e Antonello Cao), accusati di sequestro di persona e violenza privata nei confronti del badante che assisteva un anziano, il testimone Francesco Soro con la sua deposizione, ha ridimensionato la tesi accusatoria, secondo cui Rodel Anil della Luna (parte civile con l’avvocato Meloni) era stato chiamato in qualità di badante in casa dei Chessa e pochi giorni dopo era stato accusato di un furto di 40mila euro. L’uomo aveva negato ogni addebito, ma non era stato creduto dagli imputati che con le minacce lo avrebbero obbligato a scendere in cantina dove sarebbe rimasto legato a una sedia per ore, fino a perdere i sensi. «Al mio arrivo – ha detto il teste – i ragazzi erano in giardino, intenti a cercare il maltolto, mentre Rodel era seduto su una poltrona. Antonio stava preparando il pranzo per il padre e a quel punto mi aveva precisato che il badante era sospettato del furto. Poi, Antonio e Marco Chessa in mia presenza, avevano detto a Rodel che se non avesse parlato l’avrebbero denunciato. Ma lui continuava a negare. Erano arrivate due donne, il datore di lavoro del badante e la sorella. Insieme ad Antonio erano andati in caserma per la denuncia». (k.s.)

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