La Nuova Sardegna

Olbia

LA CRISI DELLA PLASTWOOD

Tusacciu: «Servono subito tre milioni di euro»

Giampiero Cocco

Il piano di risanamento è stato illustrato alla terza commissione provinciale. L’azienda calangianese incassa la solidarietà di politici e forze sociali

05 ottobre 2007
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TEMPIO. Il mondo politico comincia ad occuparsi della crisi che da due anni attanaglia la Plastwood. Ieri la terza commissione consiliare della Provincia Olbià-Tempio si è riunita al palazzo degli Scolopi, sede in alta Gallura della Provincia, per acquisire, alla presenza dei rappresentati dell’associazione industriali, camera di commercio, sindacati e maestranze, i dati forniti dal titolare dell’azienda, Edoardo Tusacciu. «Stamo cercando di rilanciare una fabbrica che da occupazione a 120 persone, e che può ancora essere competitiva sul mercato mondiale» ha detto Tusacciu, spiegando che servono subito 3 milioni di euro.

 Quando Domenico Mannironi, presidente della terza commissione provinciale, gli ha dato la parola, Edoardo Tusacciu - reduce da un incontro con i dipendenti in cassa integrazione e i sindacati avuto in azienda nella mattinata di ieri - ha ringraziato «la classe politica, in generale, perchè finalmente si rende conto e prende atto che in Sardegna esistono delle realtà industriali a livello internazionale, come la nostra. Nessuno, finora, ci ha teso una mano, e lo stesso Governo nazionale si dice disarmato nell’affrontare la nostra emergenza in quanto i fondi di credito per le aziende in crisi sono esauriti. Bisogna aspettare, dicono a Roma - ha spiegato Tusacciu - il varo della finanziaria 2008. Nel frattempo, però, il nostro impegno aziendale deve necessariamente andare avanti. Nei prossimi giorni, il 10 ottobre, firmeremo il concordato con gli istituti di credito procedenti davanti ai giudici del tribunale di Tempio. Vogliamo, e lo vogliono gli stessi creditori, evitare il tracollo, il fallimento di una azienda che ha commesse in tutto il mondo. Abbiamo studiato nuovi giochi che presenteremo alle maggiori fiere mondiali e, nel piano di risanamento che prevede un rientro economico entro il 2010, abbiamo indicato un fatturato volutamente basso, perchè siamo certi che riusciremo a superarlo agevolmente. Nuovi prodotti per il Natale 2008, da lanciare su un mercato che ci ha visti protagonisti per diversi anni. La crisi è arrivata per errori di gestione che abbiamo commesso per ingenuità. Non abbiamo venduto la azienda ad un colosso canadese perchè avrebbe dirottato verso la Cina macchinari e brevetti, mandando a spasso i nostri dipendenti. La stessa azienda che aveva proposto 30 milioni di euro per acquisire la Plastwood ci ha fatto una dura concorrenza, sfondando sul mercato americano, dove eravamo leader con le nostre barrette e palline magnetiche».

 La solidarietà del mondo industriale è arrivata dal rappresentante della associazione industriali, che ha ricordato come la Plastwood fu una delle poche aziende italiane invitate nel gotha dell’alta finanza, all’associazione industriali di Torino. Luigi Pintus, consigliere provinciale, ha ribadito un concetto sul quale tutti si sono trovati d’accordo: «la Provincia non deve far sentire soli i nostri imprenditori, è necessario l’impegno collettivo».
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