La Nuova Sardegna

Olbia

Stroncato a 14 anni dal germe della meningite

Alberto Virdis
Alberto Virdis

La morte dello studente provocata da una forma rara e violentissima della malattia. Scattano immediatamente i controlli sanitari per i familiari e i compagni di scuola

29 gennaio 2009
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OLBIA. Il banco, seconda fila, classe 3ª M, è vuoto. Alberto non c’è, non ci sarà più. Qualche ora prima della campanella, si è sentito male. Febbre altissima, i genitori hanno chiamato i soccorsi, ma i medici nulla hanno potuto: è morto a 14 anni per sepsi meningococicca, una malattia rarissima che gli ha avvelenato il sangue. Non è meningite, è il germe che la causa: per prevenzione, la Asl ha fatto controllare tutti quelli che hanno avuto contatti con lui.

Alberto Virdis è morto martedì pomeriggio. Verso le quattro del mattino aveva avvertito forti dolori e febbre, tanto che i genitori hanno chiamato il 118 per trasportarlo all’ospedale. I sintomi erano quelli della meningite, ma i medici hanno dovuto fare i conti con una malattia ancora più pericolosa e devastante: la sepsi meningococicca, così come è stato stabilito, ieri sera, dalle analisi. La sepsi da meningococco è il germe della meningite. In alcuni casi la può provocare e può essere curata, in altri il germe può andare nel sangue e causare la morte in percentuale altissima. Alberto è stato colpito dal secondo caso. I germi hanno avvelenato il suo sangue e, rapidamente, tutti gli organi vitali. I medici dovranno valutare anche un episodio riferito da alcuni compagni: Alberto, tempo fa, sarebbe stato morso da un cane.

«Si è trattato di un decorso anomalo, che ha portato alla morte in quanto ha interessato il blocco respiratorio con una progressione fulminante - spiega la Asl di Olbia -. L’autopsia, eseguita ieri mattina, ha infatti escluso l’interessamento a livello encefalico».

A Olbia non c’è un allarme-meningite, dunque. Anche se le mamme della scuola di Alberto, la media Ettore Pais di via Nanni, hanno passato ore di angoscia, subito dopo aver appreso la dolorosissima notizia della sua morte per meningite, come sembrava in un primo momento. In molte hanno riportato i figli a casa. Le insegnanti, sotto la guida di due medici, hanno chiesto a tutti gli alunni se avessero avuto contatti diretti con Alberto nei giorni precedenti. Hanno soprattutto chiesto se Alberto fosse presente a una festa molto partecipata. La preside era particolarmente scossa. «E’ il secondo ragazzo che perdiamo in questo anno scolastico - dice -. Il primo è morto poco prima di natale al termine di una lunga malattia, ora Alberto, così, all’improvviso. Siamo tutti quanti molto provati».

La Asl si sente di essere rassicurante. Ha fatto scattare i controlli nell’arco di 24 ore dall’arrivo di Alberto in ospedale. I suoi genitori, suo fratello, i suoi compagni di scuola, gli insegnanti, i bidelli, i medici, in tutto una quarantina di persone sono state sottoposte a profilassi. Hanno preso una pasticca per debellare i germi che, potenzialmente, possono localizzarsi nel naso e nella gola. Fonti sanitarie invitano alla calma e fanno sapere che la Asl ha attivato tutti i controlli. Questo significa che, se dovessero esserci altri casi sospetti nel giro di breve tempo, la macchina sanitaria interverrà prontamente.

Alle 15.20 si sono celebrati i funerali di Alberto. Un corteo foltissimo ha accompagnato il feretro nella chiesa della Sacra Famiglia e poi in cimitero, ed è stato vicino ai suoi genitori, padre rappresentante della Galbani, madre casalinga, e a suo fratello. In prima fila i compagni della 3ª M dell’Ettore Pais, una classe multietnica, come molte a Olbia, in cui Alberto era ben voluto da tutti, e in particolare dalle sue compagne, «e ora che non ci sei più - gli ha scritto Yan Zhen, cinese - chi ci difende dalle prof?».
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