La Nuova Sardegna

Olbia

La crisi mette a dieta San Simplicio

di Luca Rojch
La crisi mette a dieta San Simplicio

Il Comune dimezza i fondi per la festa. Per le fiere, le promozione e i concerti non c’è più un euro da spendere

24 aprile 2012
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OLBIA. Povero San Simplicio, anche lui finito a dieta. A far di conto con gli spiccioli. Con i fondi per la sua festa tagliati dalla mannaia del governo. Il Comune strozzato da un bilancio sempre più severo ha quasi dimezzato gli euro da destinare alle manifestazione. Dai 100mila, stanziati per la festa di maggio del 2011, ai 60 mila di quest’anno. Ma ai fan della festa di popolo in onore del santo martire simbolo della città è andata bene. Per tutte le altre manifestazioni non c’è un centesimo. La necessità di mantenere in pari il bilancio e non imporre nuove tasse è stata più forte di uno dei cardini dell’astuzia politica del panem et circenses. I soldi non ci sono neanche più per il pane, figurarsi per i giochi.

L’assessore Vincenzo Cachia guarda meravigliato i 400mila euro, tutto in una notte, evaporati per il Capodanno di Laura Pausini di qualche anno fa. Ere geologiche di lontana abbondanza. Lui ora ha in cassa al massimo 30 mila euro, da amministrare come una saggia massaia fino alla fine dell’anno. L’unico strappo il Comune lo ha concesso ai festeggiamenti per San Simplicio. Ma se lo scorso anno l’amministrazione aveva messo 100 mila euro, quest’anno si fermerà a 60 mila. Per tutto il resto non c'è un centesimo. «Nessuna polemica – spiega l’assessore Cachia –. Fino a oggi abbiamo lavorato tanto con iniziative a costo zero. Cercheremo di replicare e migliorare. Certo è inevitabile che qualche costo le manifestazioni lo abbiano. Vogliamo andare avanti in questo modo. Sapevo a cosa si andava incontro. Certo è complicato organizzare eventi culturali senza risorse, ma ci proveremo».

Ma anche l’assessore al Tursimo Marco Vargiu è rimasto senza un centesimo. «Per quest’anno non potremo organizzare più o meno nulla – dice –. Il mio assessorato ha zero euro di risorse. Non faccio polemiche perché capisco che il momento è complicato. Ma per ora tutte le iniziative, come Olbia spring sono state a costo zero per il Comune. In questo momento è impossibile pensare di organizzare fiere, manifestazioni, attività di promozione. Il motivo è semplice. Non c’è un euro a disposizione dell’assessorato. Per questo ho dovuto dire molti no». Il bilancio potrebbe essere ancora modificato. Ma sembra difficile che si muovano risorse. Il Comune ha avuto tagliare tutti i settori. Si sono salvati solo i Lavori pubblici, che hanno risucchiato oltre 6 milioni di euro per completare l'Urban Center, e i servizi sociali. Gli altri assessorati si sono trovati a zero. Ed è complicato pensare di far girare l’industria del turismo senza investire nella promozione.

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