La Nuova Sardegna

Olbia

Padrongianus, la Regione media per il rinvio dei lavori

di Luca Rojch
Padrongianus, la Regione media per il rinvio dei lavori

Il governatore Ugo Cappellacci ascolta Anas, Comune di Olbia, impresa e comitati e cerca un punto d’incontro per far ritardare l’avvio alla fine di agosto

21 giugno 2012
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Col piglio del generale il capo compartimento dell’Anas Oriele Fagioli scuote la testa. Per lui il ponte sul Padrongianus deve essere chiuso da subito. Non ci sono possibilità di trattativa.

Ascolta le richieste del presidente del Comitato di Murta Maria, Benedetto Fois che snocciola le proteste della frazione al presidente della Regione Ugo Cappellacci. La guerra del ponte arriva davanti al governatore che con cuore spericolato e una disponibilità quasi incredibile si siede in mezzo ai duellanti. Ascolta con pazienza le richieste, tesi contrapposte. E lavora per tutto il giorno alla ricerca di una soluzione che non arriva. Un primo risultato c’è, oggi i cantieri non apriranno.

Cappellacci si chiude per oltre 40 minuti con Anas e impresa e tenta di sbloccare l’impasse. Ma il miracolo non riesce. «Discutiamo – dice Cappellacci – e cerchiamo di trovare insieme una mediazione, ma è difficile, quasi impossibile. Non mi perdo d’animo». Le parole sembrano non lasciare troppe speranze, ma il lavoro del governatore sembra fare breccia anche tra i pasdaran dell'Anas.

In serata un altro incontro che lascia aperta una porta. «Ho compreso le esigenze del territorio e mi faccio portavoce con l’impresa e l’Anas – continua Cappellacci –. Proveremo a studiare una soluzione, resto possibilista, ma non mi voglio illudere».

Il governatore anticipa di un’ora la sua visita in città. Si presenta in Comune con il sub commissario Bastianino Sannitu, che ha portato avanti l’appalto dell’opera e tutto lo staff. Ascolta con calma e prende appunti. «Se non si attende a dopo l’estate si creano pericoli per il territorio – dice Fois –, noi chiediamo di posticipare gli interventi a dopo il 20 agosto».

Con loro il sindaco Gianni Giovannelli. «L’Anas deve ascoltare le esigenze che arrivano dal territorio – dice il sindaco –, senza il ponte la viabilità sarà paralizzata e ne risentirà anche l’economia con il blocco del flusso turistico». Ma a dare forza a chi chiede che il ponte resti aperto ci sono anche i dipendenti del centro commerciale. «Ci sono 75 posti di lavoro a rischio già da ora – dice uno dei dipendenti Simona Pinna –. Stagionali che non saranno assunti perché il flusso del traffico con la chiusura del ponte è destinato a crollare. C’è preoccupazione anche tra gli altri 400 dipendenti. Anche noi chiediamo che i lavori comincino più tardi».

Dall'altra parte c’è l'Anas che ribadisce la sua posizione. «Non possiamo pensare di rinviare i lavori – spiega Fagioli –, perché in inverno le piogge gonfiano il fiume e diventa impossibile intervenire. Dopo sei anni di attesa non si può più aspettare anche perché ci sono difficoltà legate al rispetto dei termini del contratto». E l’Anas tenta anche l'atto di forza e prova a dire che oggi avrebbe aperto il cantiere. «Questa ordinanza è illegittima – dice il comandante della polizia locale Gianni Serra –, perché non è concordata con noi che siamo proprietari di una parte delle strade su cui passa il traffico. Tra le altre cose se non si organizza l’apertura di un cantiere che chiude una delle vie di accesso fondamentali per la città senza concordare con noi una viabilità alternativa». Alla fine l’accordo non si trova, ma si cerca una soluzione alla guerra del ponte.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’iniziativa

Il porcetto sardo in corsa per la denominazione Igp

Le nostre iniziative