La Nuova Sardegna

Olbia

la denuncia

«Lo Stato non rispetta i patti»

«Lo Stato non rispetta i patti»

Sull’impiego dell’istituto di pena interviene Pirodda (Rossomori)

06 febbraio 2013
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TEMPIO. «Sull’impiego della struttura carceraria di Nuchis, utilizzato solo come “Alta Sorveglianza”, lo Stato sta violando i patti a suo tempo sottoscritti col Comune di Tempio».

Ad affermarlo è Pasquale Pirodda, dirigente provinciale dei Rossomori, assessore provinciale ai lavori pubblici, quando, nel 2005, a Sassari, nel corso di un tavolo tecnico, fu concesso, dai veri enti coinvolti, il “nulla osta” per la costruzione del nuovo carcere di Nuchis. «Nel 2005, dopo qualche mese dall'insediamento della prima amministrazione provinciale Olbia Tempio (nella quale ricoprivo l'incarico di assessore ai lavori pubblici), fummo convocati con la presidente Murrighile alla conferenza di servizi per discutere la possibilità di concedere il “nulla osta” per realizzare un nuovo carcere a Nuchis, in sostituzione dell’ormai vetusta “Rotonda”. Il tavolo tecnico presieduto dai funzionari dell’allora Ministero di Grazia e Giustizia, era composto da tutti gli enti nteressati. Complessivamente - dice Pirodda -, una quindicina. Il nostro intervento nel rispetto di un mandato preciso ricevuto dai nostri rispettivi Consigli, provinciale e comunale, fu deciso di mettere alla base del nostro parere favorevole la condizione che non si trattasse di un carcere con detenuti sottoposti al 41 bis o comunque, un carcere ad “Alta Sorveglianza”. Il nostro intervento fu talmente deciso - racconta ancora Pasquale Pirodda -, che gli stessi funzionari del ministero ci tranquillizzarono affermando che il progetto non conteneva i parametri previsti per il carcere da noi paventato. Fu in seguito a questa assicurazione che gli enti chiamati a pronunciarsi, primi fra tutti la provincia Olbia-Tempio e l’amministrazione comunale della città, diedero parere favorevole».

Pirodda ricorda poi che anche la giunta Dibeltulu, nella quale lui era assessore al commercio, aveva espresso parere favorevole alla costruzione a condizione che non si parlasse della realizzazione di carceri ad alta sicurezza.

«Quanto invece si sta scoprendo in questi giorni - conclude Pasquale Pirodda -, racconta una realtà ben diversa. Lo Stato ha tradito le promesse, ha privato del loro ruolo gli amministratori, e ha reso ancor più dolorosa la devastazione di una porzione del territorio concesso su progetti non veritieri». (a.m.)

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