La Nuova Sardegna

Olbia

Criminalità, crescono le “quote rosa”

di Luca Rojch
Criminalità, crescono le “quote rosa”

Gli ultimi due episodi hanno per protagoniste tre donne, e il gentil sesso è sempre più presente nella cronaca nera

05 marzo 2013
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OLBIA. Da mani di fata a mani di velluto. Messi via l’uncinetto e il punto croce ora il gentil sesso preferisce armeggiare con i ferri del mestiere. Se oggi le donne guidano intere nazioni e sono al vertice di società multinazionali, c’è anche un’anima nera dell’emancipazione femminile. La parte oscura del potere rosa è tra le pagine di cronaca e i lampeggianti blu delle macchine dei carabinieri. E anche in città si affaccia in modo prepotente un nuovo fenomeno. Gli ultimi episodi criminosi vedono tre donne protagoniste di furti e rapine. Nessuna ha fatto scivolare in borsetta la crema antirughe dagli scaffali della profumeria. Il gentil sesso mostra i muscoli e si lancia in imprese da uomo. Piccoli esempi di questa nuova tendenza. Due donne sono state sorprese dai carabinieri con un piede di porco mentre tentavano di aprire la saracinesca di un bar alle 2 del mattino nel cuore della città. Un’altra è stata arrestata dopo avere provato a rapinare un negozio gestito da cinesi. Armata di spray urticante, qui si vede il tocco creativo femminile, ha minacciato i tre gestori. Senza timore ha irrorato i volti dei cassieri con la sostanza irritante per convincerli a farsi consegnare il contante. Senza paura ha affrontato i tre asiatici, che alla cieca e con gli occhi gonfi di lacrime l’hanno aggredita. Lei è riuscita a fuggire, ma i carabinieri l’hanno arrestata pochi metri dopo. Ora in molti si chiedono se sia l’inizio di un nuovo fenomeno o un caso isolato. E per capire se la donna sia passata da regina della casa a regina della cassa non ci si può che rivolgere al principe del foro. «Non c’è da stupirsi – spiega l’avvocato Angelo Merlini –. La donna è diventata protagonista della società. E non solo in positivo. Questo fenomeno deve essere letto attraverso diverse chiavi. Fattori concomitanti che danno origine alla modificazione di modelli consolidati. Per prima cosa la Gallura è un laboratorio di dinamiche sociali, e anche criminali. Olbia è forse la città dell’isola meno legata a un modello tradizionale. Sarà per la forte immigrazione, sarà anche per la presenza più accentuata di residenti che arrivano da ogni parte di Italia, questo porta più spesso il presentarsi di fenomeni nuovi. Per esempio le donne sempre più spesso compiono reati un tempo tipici solo del sesso maschile. E in questo territorio è normale trovare anticipazioni di tendenze che solo in un secondo momento si diffondono nel resto anche nel resto dell'isola». La posizione di porta della Sardegna predispone Olbia ad avere una naturale accentuazione della presenza di diverse comunità, di una loro commistione, e porta alla nascita di comportamenti sociali differenti. La città, in proporzione alla popolazione, ha la più alta percentuale di immigrati nell’isola. Ma l’accentuazione dei reati è legata anche a una situazione economica sempre più complicata per le famiglie e in particolare a quelle con un reddito più basso. «La crisi spinge molti a gesti di disperazione – continua Merlini –, ad azioni fatte quasi per necessità. Non c’è da stupirsi se in questo quadro anche le donne diventano protagoniste di episodi criminosi e di azioni inconsuete, lontane dall’immagine consolidata che la società ha loro attribuito. C’è anche il fatto che l’idea di una donna ai margini della vita sociale deve essere superata. E a Olbia questo processo viene accelerato e vissuto in modo più frenetico e immediato rispetto a zone dell'entroterra in cui i modelli sociali sono più delineati, in un certo senso monolitici».

@LucaRojch

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