La Nuova Sardegna

Olbia

LE TESTIMONIANZE

Se i problemi personali diventano piccoli

Se i problemi personali diventano piccoli

OLBIA. Colpiscono l’entusiasmo e le forti motivazioni che accompagnano la scelta dei volontari. Annarita Meloni, vice presidente, afferma di avere cominciato in seguito all'esperienza del ricovero d'u...

16 aprile 2013
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OLBIA. Colpiscono l’entusiasmo e le forti motivazioni che accompagnano la scelta dei volontari. Annarita Meloni, vice presidente, afferma di avere cominciato in seguito all'esperienza del ricovero d'urgenza di un familiare: «Fu allora, 4 anni fa, che conobbi quelle che sarebbero diventate le mie colleghe Avo, delle quali avevo solo sentito parlare: mi diedero tranquillità e conforto in una situazione di preoccupazione e ansia. Decisi di seguire un corso di formazione. Ora svolgo servizio in medicina dopo un'esperienza in Rsa». Dove opera invece Rocco Ventura: «E' diverso dall'ospedale, dove le persone cambiano di frequente, mentre da noi sono più o meno stabili e si creano rapporti più profondi, direi di amicizia. La cosa bella è che ti aspettano. Li accompagniamo alla messa, c'è chi vuol essere imboccato, cerchiamo di regalare loro un sorriso. Con gli Alzheimer può essere difficile colloquiare, ma a volte basta un gesto o uno sguardo per comunicare e farli sbloccare».

Cristina Franciosa fa parte dell'Avo Torino: come altre due volontarie che vengono da Milano, utilizza i periodi di vacanza per prestare servizio con l'Avo Olbia. Antonello Solinas, è un tirocinante ed è marito di Antonia Pileri, volontaria da tre anni: «Ero vigile del fuoco, una volta andato in pensione ho deciso di dare il mio piccolo contributo a questa associazione, dove mi trovo bene». E un'altra tirocinante, Maddalena Di Paola, di professione fa l’avvocato: «Ho due figli, il sabato pomeriggio presto servizio insieme a una ragazza di 16 anni e un tutor, in medicina: è l'unico momento della settimana possibile. Ho cominciato dopo avere assistito un’amica, un'esperienza che mi ha arricchito e cambiato la vita. Volevo ricambiare ciò che ho ricevuto, ho capito di avere la capacità di dare sollievo a chi sta male ricevendone benessere, è come un cerchio. Nella sofferenza si trovano delle risposte. Abbiamo fatto lezioni con alcuni medici e anche con don Raffatellu, che ci ha parlato della compassione, dei rapporti tra sofferenza e dolore, un'occasione per imparare cose diverse. E Gianluca Corda ci ha parlato di etica del volontariato. I malati non hanno bisogno solo di medicine».

Maria Domenica Derosas presta servizio in chirurgia, ortopedia e ginecologia, ed è referente di reparto: «Un'esperienza meravigliosa che arricchisce, si entra a far parte di questa bellissima associazione con la convinzione di dare invece è il contrario: si riceve tantissimo. Quando rientri a casa dopo un turno avverti la serenità e i tuoi problemi personali ti appaiono davvero piccoli». (apal)

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