La Nuova Sardegna

Olbia

Comune, c’è aria di rimpasto in giunta

di Luca Rojch
Comune, c’è aria di rimpasto in giunta

Ma Giovannelli deve fare i conti anche con il duro atto di accusa di Gian Piero Scanu contro amministrazione e Regione

27 aprile 2013
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OLBIA. La tempesta è un po’ il suo elemento naturale. Gianni Giovannelli è abituato a navigare tra le onde di una maggioranza agitata. Nella passata legislatura il sindaco era caduto per l’implosione della sua squadra di governo. Ora anche la coalizione civica mostra segni di insofferenza. La miscela chimica tra centrodestra e centrosinistra rischia di far esplodere la coalizione. Da mesi sottovoce si parla di rimpasto, di una rimescolata tra gli scranni degli assessori. Giovanna Spano, assessore senza gruppo in consiglio, i due dell’Ado, ex Idv hanno più volte detto di non sentirsi rappresentati da lei, è a rischio. A farla restare in sella è il patto pre-elettorale che l’Idv aveva siglato con Giovannelli. Il sindaco cerca di domare le rivolte e incontra i gruppi.Gianni Urtis e Mirko Varchetta, Ado, si sono chiusi per 2 ore con Giovannelli dentro una stanza per un primo chiarimento. Tra le altre cose hanno chiesto di avere la possibilità di indicare il nuovo presidente dell’I&G Gallura. Tra gli assessori in ribasso c'è anche Davide Bacciu, l’iperattivo assessore ai Lavori pubblici, spesso criticato, sottovoce, dalla stessa maggioranza. Si parla anche di un cambio all’interno del Pd, ma più per staffette concordate in precedenza che per terremoti. In serata la maggioranza si è chiusa in una stanza in una seduta di autocoscienza collettiva. Tutti confermano la fiducia al sindaco. Un po’ come tirare uno schiaffo e sostenere sia una carezza.

Ma i colpi maggiori arrivano da uno dei grandi elettori di Giovannelli. Non ci mette troppa pretattica. Gian Piero Scanu dopo avere invocato il cambio di passo, ora fa di più. Detta la linea. Fa da Gps, nomen omen, e indica la via alla maggioranza. Ma sarebbe riduttivo parlare di una bocciatura contro Giovannelli. Il suo è un atto di accusa insieme a una Regione troppo distratta e a un Comune poco reattivo. «Dobbiamo riconoscere che la nostra squadra non ha ottenuto i risultati che ci si era prefissati – dice Scanu –. Inutile tacere e fingere che le difficoltà non ci siano. È sbagliato autoassolversi. Partiamo dalla situazione economica. Grande colpa è della Regione, questi quattro anni sono stati disastrosi per la Gallura in cui il tasso di disoccupazione è salito dal 9 al 13%, un giovane su tre è senza lavoro. Le richieste di cassa integrazione sono aumentate del 174% nel 2012. A questo va aggiungere il calo di un milione di passeggeri all’Isola Bianca, colpa della pessima operazione della privatizzazione della Tirrenia e di come è stata gestita la continuità territoriale. Questa politica ricca di slogan e povera di contenuti va bocciata subito. Tacere significa essere contigui. Dovevamo subito denunciare il bluff della Flotta Sarda. Dobbiamo chiedere che fine ha fatto il protocollo di intesa firmato da Cappellacci e dall’Aga Khan in cui la Regione si impegnava a entrare nel capitale di Meridiana». Scanu ci prende gusto a bastonare Regione e Comune. «Dovevamo stabilire regole certe per l’urbanistica, non lo abbiamo fatto. Non si può andare avanti colpi di deroghe e varianti. L’approvazione del Puc non può più essere rimandata». Il parlamentare boccia anche il nuovo corso dell’emiro. «Sul Piano del Qatar ci siamo limitati a subire. Il Comune deve pretendere un dialogo alla pari con gli imprenditori. Non può fare la comparsa e prendere atto delle decisioni del privato. Si deve dire basta anche alle prevaricazioni della Regione, il cui presidente interviene e promette modifiche al Ppr». Scanu ritorna su un’altra delle sue battaglie. «Sul San Raffaele si deve aprire un’altra battaglia. Gli ostacoli per l’apertura sono a Cagliari. Il Comune deve diventare protagonista». Scanu riserva una staffilata anche all’avversario Settimo Nizzi. «Mi sorprende il trasformismo del presidente del Cipnes – dice – nel giugno del 2008, quando 200 tonnellate di rifiuti comuni, un ventesimo del quantitativo che il Cipnes vuole smaltire oggi, stavano per arrivare dalla Campania diceva: “Esiste una legge che vieta nell’isola lo smaltimento di rifiuti prodotti fuori dalla nostra Regione”». Gli ultimi due affondi sembrano orientati a regolare rapporti tutti interni alla maggioranza. «In un momento così delicato per i trasporti la nostra Port Authority va guidata con saggezza e competenza. È un ente fondamentale. Non si può ricorrere alle solite logiche spartitorie». L’ultimo colpo di maglio è contro i cavalieri della zona franca. «Gli slogan a effetto, involucri vuoti, non appartengono a una politica seria. La battaglia per la zona franca integrale è un prodotto di questa politica. Si cercano solo facili entusiasmi, e magari si agita la stessa bandiera dei 4 mori regalata a Berlusconi. Una campagna mediatica ricomparsa all’improvviso e culminata nella lettera all’Unione Europea rispedita al mittente. I punti franchi sono stati approvati dal Consiglio regionale nel 1988. Non basta una lettera all’Ue per ottenere ciò che si cerca di raggiungere da decenni».

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