La Nuova Sardegna

Olbia

aggius

Riecco le campane suonate a mano

di Sebastiano Depperu

Per qualche mese un guasto elettrico fa rivivere un’antica usanza

21 maggio 2013
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AGGIUS. Il suono delle campane scandisce la vita dei piccoli centri. La modernità ha tolto il gusto del gesto che veniva affidato a persone di fiducia. Ad Aggius, per qualche mese, si è tornati all'antico: un temporale, a fine marzo, ha causato un guasto all'apparecchiatura che si metteva in funzione per suonare le campane. Non accadeva dal 1983, durante l'incendio di Curraggia.

L'inconveniente è stato sistemato qualche giorno fa. Ma, per tutto questo tempo le campane sono state suonate a mano. «Su mio sprone – commenta Maurizio Melis, priore della confraternita di Santa Croce – e con il consenso del parroco, le campane sono state suonate all'antica. Cioè a mano, con funi legate al martello interno o batacchio. Un ritorno piacevole al passato, quando le nostre campane annunciavano tutti gli eventi, e così noi, abbiamo annunciato gli eventi gioiosi e tristi».

La squadra dei novelli campanari era formata da persone adulte, guidate proprio da Melis. Le due confraternite del paese si sono date il turno per l'annuncio delle funzioni sacre. "Al suono delle campane - continua il priore - hanno partecipato incuriositi anche diversi ragazzini, con la voglia di conoscere un pezzo di storia del nostro paese. Le campane sono quattro: Santa Vittoria (300 chili), Sant'Anatolia (200 chili), le Anime del Purgatorio (150) e Regina Pacis (100). Abbiamo suonato diversi modi e momenti liturgici».

Il 16 maggio, durante la festa di Santa Vittoria, le campane sono state suonate prima della messa e dopo la processione e concerto della banda del paese. «E' stato offerto un concertino con il suono delle campane – chiude Melis – per l'allegria dei tanti bambini ma anche degli aggesi venuti da fuori in occasione del cambio delle bandiere per la festa patronale».

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