La Nuova Sardegna

Olbia

Biancareddu: no alle oasi, ai piani faunistici e agli Atc

di Angelo Mavuli
Biancareddu: no alle oasi, ai piani faunistici e agli Atc

Per l’assessore regionale e Pro territorio le Province sono ormai delegittimate La promessa davanti a un pubblico di cacciatori. Già raccolte 3000 firme

09 giugno 2013
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TEMPIO. I piani faunistici venatori provinciali, le oasi permanenti di protezione faunistica e gli Atc (Ambiti territoriali di caccia), non vedranno mai la luce e moriranno sul tavolo dell’assessorato regionale alla difesa dell’Ambiente. Ad annunciarne il “de profundis”, motivando giuridicamente la sua determinazione, è stato Andrea Biancareddu, assessoreregionale all’ambiente, al termine di una affollatissima assemblea convocata dal movimento sardo “Pro territorio”, dall’associazione venatoria “Caccia pesca ambiente”, da Federcaccia e dall’Unione cacciatori sardi. Ai lavori hanno partecipato una settantina di cacciatori, provenienti dai vari Comuni della provincia Olbia Tempio.

L’assemblea di Tempio, l’ultima di una serie di incontri svoltisi in diversi Comuni della provincia, aveva lo scopo di presentare ufficialmente una petizione (ancora in corso e già arrivata ad oltre tremila firme) di cacciatori e proprietari terrieri che chiedono una serie di interventi sulla caccia: la modifica integrale della legislazione nazionale e regionale sull’argomento, l’annullamento del piano faunistico provinciale (costato sinora 44mila euro) ed infine l’opposizione ferma all’istituzione di nuove oasi e di ambiti territoriali di caccia. «Siamo stati costretti alla raccolta di firme e alla mobilitazione – spiega Alessio Pasella, coordinatore regionale del movimento sardo “Pro territorio” – dalla predisposizione di un piano, privo di legittimazione politica (le Province stanno per giungere al capolinea, come ha fatto notare lo stesso assessore Biancareddu) e non corrispondente alla realtà fisica del nostro territorio».

Il piano provinciale per la creazione delle oasi, inoltre, fa notare Alessio Pasella, «non tiene conto della superficie agro-silvo-pastorale realmente utile sulla quale eventualmente operare. Non calcola cioè i terreni boschivi percorsi da incendi negli ultimi dieci anni, i terreni di battigia, per una profondità di cinquecento metri, le agroturistiche, le autogestite venatorie e i terreni inquinati o potenzialmente tali. Tutti dati imposti per legge e la cui inosservanza inficia qualsiasi atto».

Alessio Pasella che nella conferenza stampa ha coordinato i lavori e gli interventi, ha evidenziato anche le ragioni del “no” agli ambiti territoriali di caccia «che comporterebbero un ulteriore aggravio delle tasse a carico dei cacciatori, i quali dovrebbero pagare anche i danni provocati dalla selvaggina». Oltre Pasella sono intervenuti Mario Mandaresu, presidente provinciale del Cpa, Piero Cossa e Benedetto Fois del movimento sardo “Pro territorio” e Giovanni Serra, vice presidente della Federcaccia di Sassari e Gallura. L’intervento finale dell’assessore Andrea Biancareddu, accolto con un applauso da stadio, ha concluso l’incontro.

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