La Nuova Sardegna

Olbia

Alberghi pieni a settembre e ottobre

di Luca Rojch
Alberghi pieni a settembre e ottobre

In città è l’anno della ripresa per le strutture ricettive, un’estate da tutto esaurito con un più 10 per cento delle presenze

15 settembre 2013
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OLBIA. Ritorna la luce tra le stelle degli hotel. A un passo dal collasso, dall’ultima sottile linea che separa dall’abisso si materializza la ripresa. Il motore riprende a girare. Nel cuore nero dell’anno nero della crisi gli alberghi in città chiudono con un segno più tra le presenze. Ancora presto per girarsi e pensare di vedere il buio della crisi alle spalle. Ma il segnale c’è ed è spalmato su tutte le strutture ricettive. «Abbiamo visto in questi mesi una crescita costante delle presenze – spiega il presidente del consorzio albergatori di Olbia, Fabio Fiori –. Più o meno una crescita del 10 per cento, ma con hotel che hanno avuto incrementi ancora più importanti. Un segnale che aspettavamo da tempo».

Il sorpasso degli stranieri sui turisti italiani non fa notizia. In Gallura da qualche anno i clienti degli hotel arrivano dall’estero. Una tendenza che si afferma sempre di più. «È vero la ripresa non arriva dal mercato interno che ancora è in fortissima sofferenza – continua Fiori –, ma dagli stranieri. Dopo quattro anni di sofferenza e calo continuo delle presenze, per la prima volta abbiamo avuto il segno più. Sono andati bene luglio e agosto, ma anche settembre e ottobre sono molto positivi. Lo dimostra la difficoltà che si ha nel trovare una camera libera. Dati di ripresa che sono il risultato di una serie di fattori».

Ma è inutile cercare la medicina che sembra avere guarito l’industria del turismo, o almeno la ha aiutata a ripartire. «Per prima cosa non si deve essere troppo trionfalistici – dice Fiori –. Dobbiamo essere cauti. Poi dobbiamo analizzare i numeri alla fine della stagione. Per ora il segno è positivo. C’è stato un mix di elementi che ha consentito la ripresa. Per prima cosa la scelta di mantenere i prezzi delle camere molto bassi. Arriviamo da riduzioni che hanno toccato anche il 30 per cento. Abbiamo fatto sistema. Abbiamo cercato di offrire un prodotto di qualità e di muoverci sui mercati internazionali alla ricerca di clienti. Abbiamo tratto beneficio anche dall’instabilità che si è venuta a creare nel Nord Africa. Paesi concorrenti come l’Egitto o la Tunisia sono diventati inadatti per il turismo e in molti hanno scelto la Sardegna. C’è poi da osservare come la politica delle rotte create da Geasar abbia avuto effetti benefici sul territorio. Il riscontro è semplice da fare. In tantissimi casi i turisti stranieri arrivano sempre più dalle città e dalle zone vicine da cui parte un volo diretto a Olbia. Segno che questa è la strada che deve essere seguita. Francesi, lettoni, lituani, cechi, i turisti sono arrivati in modo particolare da questi paesi. Se si osserva quali sono le rotte create è facile osservare come sempre più spesso la possibilità di avere un volo diretto a costi contenuti orienti le scelte dei vacanzieri».

Grazie anche al mondiale di enduro che porterà in città migliaia di persone gli hotel hanno il tutto esaurito fino a metà ottobre. «Dopo sarà complicato – spiega Fiori –. Confidiamo nella nuova continuità territoriale e in una ripresa dell’economia globale. Certo si deve ancora lavorare per cercare di creare un flusso di turisti anche nei mesi invernali. Non è impossibile. I vacanzieri questa estate hanno mostrato di preferire i centri che vivono per tutto l’anno, i paesi veri a quelli che vivono solo in estate. Olbia, Cannigione, Golfo Aranci, San Teodoro, sono andati in modo eccellente proprio per questo motivo».

@LucaRojch

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