La Nuova Sardegna

Olbia

L’Asl sulla violenza domestica: «Occorre rompere il silenzio»

di Antonello Palmas

Appello del consultorio alle donne vittime dei soprusi di mariti e compagni e tacciono per vergogna Un fenomeno trasversale e ancora troppo sommerso. «Non siete sole, noi possiamo aiutarvi»

17 settembre 2013
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OLBIA. «Non siete sole: se volete, possiamo aiutarvi». Sul problema della violenza sulle donne tra le mura domestiche, emerso in maniera preoccupante negli ultimi giorni con diversi episodi, interviene il consultorio della Asl 2 con un «appello diretto alle tante vittime che, nel silenzio delle cucine o delle camere da letto, sopportano i soprusi dei loro aggressori: bisogna superare la vergogna della condizione in cui si vive, raccontarla e farsi aiutare, perché un amore “malato” non è un amore “sano” e va curato, ma non da soli».

Spiega Carmen Ghiani, psicologa della Asl di Olbia: «Nella nostra società il fenomeno della violenza è trasversale, coinvolge tutte le classi sociali e tutte le età». Un fenomeno «ancora troppo sommerso, che spesso non arriva nei tribunali o davanti alle forze dell'ordine, ma, fortunatamente, approda negli ambulatori degli psicologi. Avviene – dice la Ghiani – solo quando le “vittime”, psicologicamente distrutte, si rendono conto di aver bisogno di un supporto esterno alla famiglia, per riprendere in mano la loro vite e quelle dei loro figli. Per questo noi vogliamo dire a queste vittime che siamo a loro disposizione, perché insieme si può uscire da quello stato di prigionia e, solo insieme, si può affrontare quello stato di “vergogna” che a volte impedisce di reagire alla violenza, nella convinzione che la persona di cui ci siamo innamorate possa cambiare».

«Le donne subiscono e sopportano la violenza nel momento in cui l'aggressore ha già minato il loro senso di identità e avvia un percorso di demolizione delle difese psicologiche, tanto da insinuare un elevato senso di colpa e di dubbio, sentimenti che rendono difficile per la vittima prendere atto della condizione di sopraffazione nella quale vive, che le impedisce di comunicarlo anche ai familiari più vicini"» aggiunge la Ghiani.

Dal 2010 la Asl di Olbia, attraverso il servizio consultoriale, con i pronto soccorso e il dipartimento di salute mentale e delle dipendenze, ha siglato un protocollo d'intesa con l'Associazione Prospettiva Donna, la Fidapa, la Congregazione Figlie della Carità e il Comune: lo scopo – spiega Liliana Pascucci, responsabile del servizio – è «assistere e supportare la donna vittima di violenza, fare una prima valutazione del caso e accompagnare e sostenere la donna all'interno della rete dei servizi sociali e psico-sociali». L’Asl prende in carico la donna e i suoi figli minori e, fornendole il giusto supporto anche psicologico, li dirotta al centro antiviolenza e ai servizi sociali dei Comuni di appartenenza per i relativi interventi. «Un protocollo – conclude la Pascucci –, in scadenza e che andrà rinnovato, dimostratosi strumento utile per armonizzare le varie competenze e professionalità del territorio le quali interagiscono per migliorare la qualità della vita delle vittime e dei loro figli».

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