Cipnes, nuovo sit-in dei precari
I lavoratori Cgil protestano per la mancata conversione dei contratti part-time
OLBIA. Non si placa la protesta dei dipendenti del Cipnes. Dopo i sit in di fronte al municipio e alla sede di Cala Saccaia, ieri i lavoratori del Consorzio industriale si sono ritrovati davanti alla Provincia per protestare contro la mancata conversione dei loro contratti da part time a full time. All'origine di questo braccio di ferro la decisione del consorzio di assumere nuovi dipendenti, sempre con contratti part time, anziché prolungare il tipo di contratto dei 9 dipendenti che da 7 anni - ma a periodi ridottissimi - operano nella discarica di Spiritu Santu. A dar manforte ai lavoratori la Cgil Funzione pubblica guidata dalla segretaria provinciale Luisella Maccioni. «Siamo gli unici lavoratori a part time ciclico verticale - attaccano -. Lavoriamo chi 4 chi 7 mesi, ma per il resto dell'anno siamo costretti a stare a casa. Ci consideriamo dipendenti del Consorzio a tutti gli effetti, ma in realtà non siamo uguali agli altri. Non percepiamo lo stipendio se non per i mesi lavorati, non abbiamo diritto a nessun ammortizzatore sociale, non andremo mai in pensione perché ci vengono versati solo i contributi relativi al periodo lavorato. Noi chiediamo di poter lavorare tutto l'anno come gli altri e quindi vogliamo il prolungamento del contratto. Chiediamo di poter mandare i nostri figli a scuola, di poter accedere a un mutuo. Chiediamo, dunque, semplicemente lavoro e dignità». A differenza degli altri sit in, ieri i lavoratori sono stati ricevuti dal commissario della Provincia, Francesco Pirari, ma una soluzione alla loro protesta è ancora lontana. Insieme a loro erano presenti anche i lavoratori dello Zir di Tempio, che al commissario hanno chiesto lumi sul loro futuro sempre più incerto. Ma anche in questo caso le risposte si fanno attendere. (al.pi.)