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Olbia, ponte sul Padrongianus: in briciole la nuova strada

di Alessandro Pirina
Olbia, ponte sul Padrongianus: in briciole la nuova strada

Neanche sette mesi fa l’inaugurazione dopo 6 lunghi anni di lavori in corso. Adesso il manto d’asfalto (140 metri) si presenta ondulato e pieno di buche

27 gennaio 2014
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OLBIA. Al taglio del nastro, sette mesi fa, non era voluto mancare nessuno. Per benedire la riapertura del ponte sul Padrongianus era arrivato da Cagliari anche il governatore. Un momento atteso sei anni. Cinque trascorsi a senso unico alternato, con il popolo delle vacanze costretto a interminabili ore di fila sull’asfalto, e un altro anno di totale chiusura per la realizzazione dell’opera. Anzi, a onor del vero, per far rinascere il ponte sono stati sufficienti solo dieci mesi di lavori. Un’impresa a tempo di record. A sette mesi dalla consegna, però, lungo i 140 metri del ponte l’asfalto si è già sbriciolato. Anch’esso a tempo di record. Oggi il viadotto sul Padrongianus si presenta, in molti tratti, con il manto stradale ondulato e malridotto, con tante piccole e grandi buche che hanno già richiesto, a più riprese, l’intervento degli operai.

La riapertura. Sette mesi dopo l’inaugurazione il ponte sul fiume è tutto un collage di rattoppi d’asfalto. Un’immagine in bianco e nero che fa a pugni con quella a colori dell’11 giugno 2013, quando tutte le autorità, nessuna esclusa, si erano fatte immortalare dietro il nastro da tagliare. Con il governatore Ugo Cappellacci c’erano anche l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Angela Nonnis, e il numero uno dell’Anas, Pietro Ciucci. E poi il sindaco Gianni Giovannelli in fascia tricolore e l’allora timoniere della Provincia, Pietro Carzedda. Nessuno era voluto mancare a un evento atteso da così tanto tempo.

Senso unico per cinque anni. Era la fine di giugno del 2007 quando l’Anas decise di regolare con un semaforo il traffico sul vecchio viadotto della Orientale sarda. Le pessime condizioni del ponte, costruito 40 anni prima, avevano costretto il gestore delle strade a porre un freno alla circolazione e a ricorrere al senso unico alternato. Inevitabili le proteste degli automobilisti, obbligati a file chilometriche per raggiungere rinomate località balneari come Murta Maria o Porto San Paolo in un verso e il centro di Olbia, il porto e l’aeroporto nell’altro. Allora si pensava che l’emergenza avrebbe riguardato solo quell’estate, ma ben presto si capì che le stagioni in fila sul ponte sarebbero state molte di più.

L’apertura del cantiere. Solo nel giugno del 2012, infatti, è stato dato il via ai lavori che hanno comportato la chiusura di quel piccolo tratto di Orientale sarda. Uno stop che ha costretto per dieci mesi gli abitanti della frazione di Murta Maria e dell’ancora più vicino Lido del Sole a un viaggio di 22 chilometri per raggiungere Olbia.

Il maltempo, a più riprese, ha anche provato a ostacolare il lavoro degli operai, ma alla fine l’impresa sassarese Angius, che si era aggiudicata l’appalto di 2 milioni e 900mila euro, è riuscita nel miracolo di terminare il ponte in soli 300 giorni. Dal 20 agosto all’11 giugno. Un risultato che nessuno si aspettava. Oggi, però, quel piccolo miracolo si è in parte sbriciolato. Le condizioni del manto stradale del nuovo viadotto, infatti, hanno in parte offuscato quell’impresa a tempo di record che solo sette mesi fa tutti si volevano appuntare al bavero.

Ipotesi Cleopatra. Lo sbriciolamento dell'asfalto è evidente su entrambi i lati, lungo tutti i 140 metri del ponte. E non è escluso che una delle cause siano le piogge autunnali. Compreso ovviamente il ciclone del 18 novembre. Il passaggio di Cleopatra è ancora evidente in tutto il territorio. Il tratto di Monte Pino sulla Olbia-Tempio, dove una enorme voragine ha inghiottito più auto causando la morte di tre persone, ne è l’esempio più eclatante.

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