La Nuova Sardegna

Olbia

Cinque sindaci in trincea: «Bloccheremo le strade»

di Alessandro Pirina
Cinque sindaci in trincea: «Bloccheremo le strade»

Nuovo sit in di protesta nel ponte sul rio Loddone distrutto dalla piena del fiume Ancora niente lavori, manca l’ordinanza del commissario della Protezione civile

04 febbraio 2014
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LOIRI. Pronti alle barricate contro la burocrazia. I sindaci lanciano un ultimatum al Governo se entro un paio di giorni non verrà chiusa la pratica Loddone. «Senza risposte certe venerdì bloccheremo le strade». Sono quasi tre mesi che Loiri, Padru, Berchiddeddu, ma anche Alà e Buddusò, chiedono di essere liberati dall’isolamento con cui sono costretti a convivere dal 18 novembre, da quando il ciclone Cleopatra si è portato via il ponte sul rio Loddone. Mesi di promesse che ancora, però, non hanno cambiato lo stato delle cose. E, infatti, ieri i cinque consigli comunali coinvolti si sono riuniti informalmente proprio nella zona del ponte crollato per chiedere a gran voce il ripristino della viabilità sulla Olbia-Loiri. Una riunione talmente informale che i consiglieri comunali si sono presentati a ranghi più che ridotti. Ma i sindaci no, loro erano tutti presenti con il tricolore addosso.

«Tutte queste lungaggini burocratiche non sono più accettabili – ha tuonato, per primo, Gianni Giovannelli –. Nell’ultimo incontro con il responsabile Anas, Valerio Mele, ci era stata prospettata la soluzione delle bretelle provvisorie per riavvicinare Olbia agli altri comuni. Allora si parlò di due mesi di lavori, ma a quasi un mese da quell’incontro il cantiere non è stato ancora aperto. Tutto per intoppi burocratici che facciamo fatica a capire. Il decreto è stato emanato solo sabato, ma ancora manca l’ordinanza che conferisca a Pietro Ciucci, presidente Anas, l’incarico di commissario per la ricostruzione in Sardegna. Il prefetto Franco Gabrielli mi ha assicurato che è questione di giorni. Confidiamo che tutto il tempo perso possa essere recuperato quando saranno avviati i lavori». «Loiri sta morendo, non si può più aspettare – ha aggiunto il sindaco Giuseppe Meloni –. Noi dobbiamo pretendere che Gabrielli firmi subito, quello che era un problema ora è diventato un’emergenza. Noi rivogliamo il ponte, ma subito serve una viabilità alternativa. Se entro un paio di giorni non avremo risposte e tempi certi siamo pronti ad azioni civili, ma eclatanti, come il blocco della Olbia-Sassari o della Olbia- Nuoro». Dello stesso tenore gli interventi dei sindaci di Alà, Mario Carta, e Buddusò, Giovanni Antonio Satta. «Noi già siamo la periferia dell’impero, figuratevi qual è la situazione attuale», ha detto il primo. «E’ necessario avere risposte certe, perché altre lungaggini rischiano di provocare ulteriori danni. La Olbia-Loiri è l’unica via di collegamento per porto e aeroporto. Io parlo anche a nome del Goceano». Antonio Satta, sindaco di Padru, dopo aver stigmatizzato il comportamento del Governo - «il mio comune ha un’esperienza negativa di annunci fatti e soldi mai arrivati» - ha poi lanciato la proposta di utilizzare le risorse della Provincia per realizzare le bretelle provvisorie e ricostruire il ponte sul rio Loddone. «Via Nanni ha decine di milioni di euro non spesi, chiediamo che vengano dirottati per ripristinare la viabilità». Di qui la decisione dei cinque sindaci di andare, tutti insieme, a bussare alla porta del commissario. Francesco Pirari li ha accolti nel suo ufficio, ha dato la sua disponibilità a fare da tramite con il prefetto di Sassari, Salvatore Mulas, per sottoporgli la questione Loddone, e si è poi detto favorevole al ponte mobile, mettendo mano alle casse della Provincia. Al sit in sul Loddone hanno preso la parola anche alcuni cittadini e politici, tra cui il consigliere comunale di Olbia, Vito Langiu, che ha gridato la sua rabbia contro un blocco che ogni giorno costringe lui e la sua famiglia a triplicare i chilometri per raggiungere Olbia. Presenti anche i rappresentanti del comitato “Ripristino Ponte Loddone”, che, per quanto consapevoli di situazioni peggiori di disagio, non hanno potuto fare a meno di prendersela con «uno Stato devastato da alluvioni e frane che vive nell’incertezza amministrativa, nella lentezza burocratica, nei bizantinismi ministeriali. Noi ci uniamo ai sindaci nel chiedere la firma di questa fondamentale ordinanza. Altrimenti siamo pronti a supportare ogni iniziativa di lotta portata avanti dai comuni».

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