Olbia, blocchi di cemento nel canale tombato
Speleosub e vigili del fuoco al lavoro nel Santa Cecilia. I cittadini in fila nelle banche per ritirare i contributi di 800 euro
OLBIA. L’ingresso nel canale Santa Cecilia è all’interno di un cortile privato, in via Tintoretto. L’accesso al percorso tombato è coperto da alcune traversine ferroviarie. Da lì si sono calati gli speleosub dei vigili del fuoco. Il canale è alto poco meno di 90 centimetri: all’interno acqua, fango e due grossi blocchi di cemento armato.
Il Santa Cecilia è uno dei tanti canali tombati della città, messi sotto sequestro dalla magistratura dopo l’alluvione del 18 novembre. I vigili del fuoco, dopo averli esaminati e fotografati, portano avanti le operazioni di bonifica. Ieri mattina hanno rimosso due grossi blocchi. Con una operazione delicata gli speleosub li hanno trascinati per un centinaio di metri, fino al punto di uscita. In questo modo è stato rimosso un doppio ostacolo al normale deflusso delle acque.
Ma l’attività dei vigili del fuoco prosegue. Tanti i quartieri di Olbia costruiti sopra i canali. Case con regolare abitabilità e concessione edilizia, autorizzate, dalle amministrazioni che si sono succedute in decenni di urbanistica creativa, a nascere sull’acqua.
La conseguenza di quelle scelte è scritta nella storia della città. In quel 18 novembre di morte, lacrime, distruzione.
I contributi di 800 euro. Da ieri mattina, nelle filiali del Banco di Sardegna, vengono pagati i primi contributi di 800 euro ai cittadini alluvionati. Un aiuto economico per il parziale ripristino degli arredi delle abitazioni.
Le banche sono state prese d’assalto. All’apertura degli sportelli si erano già formate le file. Circa la metà dei beneficiari hanno ritirato i contributi. Le banche hanno chiuso oltre gli orari stabiliti per servire tutti i clienti. Lunghe le procedure per le operazioni di cassa, legate alla complessità della documentazione richiesta.