La Nuova Sardegna

Olbia

Donazioni agli alluvionati, la Croce bianca fa miracoli

di Antonello Palmas
Donazioni agli alluvionati, la Croce bianca fa miracoli

Infaticabili, i volontari continuano ogni giorno ad aiutare le famiglie danneggiate Consegnate 170 cucine: altre 30 sono già pronte, più 190 frigoriferi e 160 lavatrici

02 marzo 2014
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OLBIA. Da sempre è vicina alla città, ma non lo è mai stata come in questi mesi tanto drammatici. La Croce bianca prosegue la sua infaticabile opera a sostegno delle vittime dell'alluvione. Tramite una rete creata in sinergia con Banca Sella (che ha aperto un conto procurando i fondi necessari) e Piccinnu arredamenti (che ha fatto da tramite con le ditte produttrici di arredamenti per cucine riuscendo a ottenere monoblocchi e elettrodomestici a prezzi stracciati) l'associazione di pronto soccorso e assistenza sta operando in silenzio per dare una mano a chi ha perso tutto. «Abbiamo già consegnato 170 monoblocchi cucina, restano gli ultimi trenta – dice la responsabile alle pubbliche relazioni, la dinamica Patrizia Balzano –. Inoltre ci sono arrivati 110 frigoriferi, che stiamo consegnando al ritmo di sedici ogni mattina, ne devono arrivare ancora 80. Alla fine della prossima settimana è previsto l'arrivo anche di 160 lavatrici della Indesit».

Nel frattempo un grosso contributo è stato offerto dalle donazioni della Uil (20mila euro) e della Aiconlus (16.320 euro), che hanno permesso di raddoppiare il numero delle lavatrici. E poi ci sono i privati (uno ha offerto 3723 euro). E cresce il conto di Banca Sella messo a disposizione della Croce bianca. Ma quali criteri vengono utilizzati per consegnare il materiale? L'associazione segue una sua procedura, separata da quella delle liste comunali e basata su un contatto diretto. Chi ha bisogno si reca nella sede, compila una scheda ed entra in un elenco. Poi è la Croce bianca ad accertarsi personalmente delle effettive necessità di chi chiede aiuto. E le sorprese non sono mancate. Spiega il presidente Giorgio Multineddu: «La sera prima di effettuare la consegna chiamiamo gli interessati dandogli appuntamento per il giorno dopo, in modo che si facciano trovare in casa. Nella massa ci sono anche gli imbroglioni». E racconta di una persona che si è fatta trovare in guardino, affermando che lmoglie era assente e aveva portato via le chiavi. «Lasciate pure la cucina qui fuori, ci penso io quando torna», ha detto, destando i primi sospetti. Ma quando un volontario ha notato le chiavi attaccate alla toppa, ha dovuto suo malgrado accettare l'ispezione: in casa aveva già tutto il necessario, tra cui una bellissima cucina nuova di zecca. È finita con gli insulti, diceva che lui quella roba la stava pagando a rate e che la donazione gli spettava: serviva per la tavernetta. Un altro voleva arredare una veranda e la cucina gli serviva per friggere. Naturalmente non hanno avuto nulla. «A darci forza – dice Multineddu – ci sono le tante persone che ci ringraziano non come se stessimo regalando un piccolo blocco cucina, ma una casa intera. Loro ti invogliano a continuare».

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