La Nuova Sardegna

Olbia

Molo Brin, il Comune non si arrende

di Alessandro Pirina
Molo Brin, il Comune non si arrende

Il Tar riapre i giochi sul porto turistico. Il sindaco Giovannelli: il progetto Quay Royal è superato, valutiamo il ricorso

17 giugno 2015
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OLBIA. Il giudice riapre il fronte del porto. La sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della Quay Royal sul progetto dei maxi yacht al molo Brin sconvolge i piani dell’amministrazione comunale, che, a quel disegno, si era sempre opposta. Fino a bocciarlo definitivamente nella conferenza di servizi dell’ottobre 2014. Un parere negativo che per il giudice amministrativo sarebbe in netto contrasto con il Piano regolatore del porto, attualmente in via di approvazione, laddove l’area del molo Brin da commerciale viene convertita alla nautica da diporto. Per il Tar, dunque, non sussiste alcuna incompatibilità tra il progetto dei maxi yacht e il nuovo Prp, tanto da rimettere in gioco la Quay Royal.

Una doccia fredda per Gianni Giovannelli e la sua maggioranza, che non avevano mai visto di buon occhio l’investimento dei privati al molo Brin. Il loro obiettivo era, e continua a essere, la realizzazione di un porto turistico pubblico. «Prima di decidere come muoverci dobbiamo capire la situazione – afferma il sindaco –. Non ho ancora parlato con l’avvocato e non ho in mano gli elementi per commentare la sentenza. Nei prossimi giorni valuteremo il da farsi». Dunque, è molto probabile che il Comune voglia andare fino in fondo e sottoporre la questione molo Brin al Consiglio di Stato. Ma, in attesa di prendere la decisione sul ricorso, Giovannelli tiene a precisare che la sua non è una guerra con la Quay Royal, ma solo una differenza di vedute. «Noi non siamo in contrapposizione con i soggetti privati. Anzi, parte di loro sono soci del Comune alla Sinergest, di cui io sono il presidente. Se avessi voluto fare la guerra la avrei fatta lì. La questione è che finalmente stiamo per approvare il Piano del porto e dobbiamo iniziare i percorsi per valorizzare la parte più importante della città. Non possiamo lasciare una partita come quella del porto a un progetto vecchio di 10 anni. Il piano va contestualizzato, attualizzato».

La telenovela della Quay Royal inizia nel 2004, quando la misteriosa società Italian Blue Llc, con sede nel Wyoming, chiede all’Autorità portuale la concessione del molo Brin per 50 anni per la realizzazione di approdo per mega yacht. A questa prima richiesta ne segue una seconda di una società di imprenditori locali, la General port services, che ruota intorno a Mauro Putzu. I due gruppi, anziché farsi la guerra, decidono di formare una cordata e danno vita alla Quay Royal. A Olbia il progetto ha dalla sua il sindaco Settimo Nizzi e il centrodestra, ma altrove riceve un no dopo l’altro. Prima la Provincia, poi la Regione, infine il ministero delle Infrastrutture, che lo cassa definitivamente perché Olbia non ha un piano regolatore . La società, però, non ritira mai il progetto e 7 anni dopo il Comune, in conferenza di servizi, è costretto a ribadire il suo no. Ma quella decisione è stata ora cancellata dalla sentenza del Tar. Appuntamento, dunque, alla prossima puntata.

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