La Nuova Sardegna

Olbia

Un libro racconta vita ed esperienze in carcere

di Sebastiano Depperu
Un libro racconta vita ed esperienze in carcere

I detenuti di Nuchis protagonisti del volume “La luna del pomeriggio” curato da Giovanni Gelsomino

21 luglio 2018
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TEMPIO. Un libro con i racconti e le sensazioni dei detenuti del carcere "Pittalis" di Nuchis. È quello che ha reso possibile Giovanni Gelsomino, maestro e giornalista, che li ha ascoltati e guidati nel loro percorso fino a vedere pubblicato, nero su bianco, il volume "La luna del pomeriggio", da qualche giorno nelle librerie. Da diversi anni la casa di reclusione di Nuchis da a chiunque la possibilità di frequentare il corso di scrittura creativa, tenuto dallo stesso Gelsomino, che ha già portato alla pubblicazione di un romanzo d'amore scritto a 14 penne e che ora ha visto come nuova creatura "La luna del pomeriggio".

Gelsomino ha accompagnato Christian, Mario, Massimiliano, Carmelo, Salvatore, Enrico, Nicola, Michele e tanti altri nella scoperta di sé stessi e nel saper raccontare agli altri, attraverso la scrittura, le loro emozioni e i loro stati d'animo. «Se dovessi ridurre tutto a due parole – spiega Giovanni Gelsomino – direi che questo è il libro del "buttar fuori". Buttare fuori le emozioni: il dolore, le frustrazioni, la forza, la paura, ma anche il sollievo, l'orgoglio, lo stupore, l'amore, la noia. Nel libro si scrive di sé e ci vuole un grande coraggio per farlo con sincerità e trasparenza».

Per vedere concluso il volume, c'è voluto un anno e mezzo di lavoro. Ogni lunedì pomeriggio. E ogni volta la sfida si rinnovava. «Non sono sicuro che ognuno di loro – aggiunge Gelsomino – sia come si è descritto (e come io l'ho descritto nelle poche righe dell'introduzione). Sono, invece, sicuro che ognuno di loro vorrebbe essere così come si è descritto. E non è poco». Il volume conta anche di una presentazione (curata da Caterina Sergio, direttrice della Casa di Reclusione di Nuchis) e una postfazione di Anna Maria Madeddu (responsabile dell'area educativa al Pittalis). Quest'ultima scrive: «Grazie a Giovanni Gelsomino che ha unito alla sua intelligenza e competenza professionale la curiosità del bambino che non lo ha mai abbandonato ma soprattutto la costanza, la serietà e la perseveranza che sole possono trasformare il genio delle intuizioni in un lavoro profondo».

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