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Olbia

Olbia, i Lupacciolu al Comune: pagate un milione di euro

di Giandomenico Mele
Olbia, i Lupacciolu al Comune: pagate un milione di euro

In discussione i terreni di via Nanni dove ora ci sono i parcheggi e una palestra. Nuovo ricorso della famiglia proprietaria (4 sorelle) contro la stima dei beni

09 ottobre 2018
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OLBIA. Più una telenovela che una vicenda giudiziaria. Protagonisti il Comune di Olbia e una delle famiglie storiche e più influenti della città. Al centro della contesa i terreni di via Nanni, espropriati per la costruzione di parcheggi pubblici da sempre contestati e, in una parte, della palestra della scuola media Ettore Pais. L’ultimo atto è un nuovo contenzioso, questa volta davanti alla Corte d’appello di Cagliari, dove è stato depositato il ricorso in riassunzione per l’opposizione alla stima dei terreni: promosso da Patrizia Ginetta, Maria Grazia e Maria Luisa Lupacciolu contro il Comune. Le eredi Lupacciolu chiedono al Comune oltre un milione di euro. Cifra che comprende indennità espropriative e danno patrimoniale per gli oltre 6 mila metri quadri di terreno del quale le tre sorelle (insieme a un fratello, però estraneo alla vicenda giudiziaria) erano proprietarie e dei quali erano state espropriate nel 2011, insieme agli oltre 3 mila metri quadri di proprietà della famiglia Bardanzellu. Con questo provvedimento il Comune riconosceva, sulla base della perizia dell’Agenzia del territorio, la somma di 840 mila euro: oltre che agli altri soggetti coinvolti nella procedura espropriativa, anche alle ricorrenti a titolo di indennità patrimoniale, non patrimoniale e da illecita occupazione.

L’opposizione. Le eredi Lupacciolu hanno però contestato la stima delle indennità espropriative, abbandonando la domanda tesa a ottenere l’indennità di esproprio corrispondente al danno patrimoniale in misura maggiore di quella determinata dal Comune di Olbia, che secondo loro sarebbe stata erronea. Chiedono, dunque, che l’indennità dei terreni espropriati sia accertata e confermata in quella pari, a loro dire, a un milione e 17 mila euro, già determinata dal Comune con il decreto di acquisizione sanante del 2014, con un’indennità per il danno non patrimoniale determinata nella misura del 10% e che l’indennità per il periodo di occupazione senza titolo (dal novembre 2003 all’ottobre 2014) sia determinata nella misura del 5% per ogni anno di occupazione illecita, calcolata sempre sulla citata indennità di esproprio non contestata. L’udienza davanti alla Corte d’appello di Sassari è stata fissata per il prossimo 19 ottobre.

La storia. Segna una nuova pagina, dunque, il romanzo del lungo contenzioso sui terreni, espropriati nel 2004 e poi restituiti ai proprietari dal tribunale nel 2013. Una sentenza del Consiglio di Stato dichiarò illegittimi gli atti del commissario ad acta e impose al Comune di trovare l'accordo con tutte le famiglie proprietarie, non solo con una parte, come avvenuto fino a quella data. La strada da seguire la indicò poi il Consiglio di Stato, che impose al Comune la procedura dell’acquisizione sanante. L'ente locale potè espropriare i terreni di via Nanni al prezzo che riteneva opportuno e determinare il valore del risarcimento dei danni. Così il consiglio comunale nel 2014 diede il via libera all'acquisizione delle aree. Era così iniziata una nuova storia, con la controversia tra le eredi Lupacciolu (Patrizia, Maria Grazia e Maria Luisa) e il Comune circa il pagamento delle maggiori somme risarcitorie e/o indennitarie spettanti alle stesse per effetto del decreto con il quale il Comune di Olbia, al fine di sanare il procedimento di esproprio per la costruzione nell’area della palestra comunale della scuola media “Ettore Pais” e il parcheggio di via Nanni.

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