La Nuova Sardegna

Oristano

Capo Marrargiu sarà trasformato nella casa dei grifoni

di Alessandro Farina
Capo Marrargiu sarà trasformato nella casa dei grifoni

Bosa, la chiusura temporanea di Cala Fenuggiu è il primo passo per un progetto ad ampio raggio

17 aprile 2012
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BOSA. L'ordinanza della Guardia Costiera che tutela la nidificazione del grifone a Cala Fenuggiu è il primo tassello di un più ampio progetto di salvaguardia, studio e gestione dell'unica colonia autoctona esistente in Italia di gyps fulvus. Questo uno dei significativi passaggi della riunione di ieri pomeriggio nella saletta della biblioteca civica alla quale hanno partecipato i rappresentanti dell'assessorato regionale all’Ambiente, amministratori, responsabili delle istituzioni e di Legambiente. Folta la presenza anche di operatori, pescatori, associazioni della caccia e ambientaliste, attenti al futuro di una zona dall'alto valore ambientale ma anche turistico e lavorativo.

A presiedere l'incontro il sindaco Pierfranco Casula, che ha esposto l'iter propedeutico all’ordinanza della Guardia costiera, preceduta da una nota di Legambiente del 14 marzo, firmata da Mauro Aresu, Helmar Shenk e dal presidente regionale Lorenzo Tiana, che chiedeva misure per garantire la nidificazione del grifone nell'insenatura vicina a Capo Marrargiu. Inviata anche al Servizio tutela della natura dell'assessorato regionale alla quale sono seguiti due incontri.

«Si è tenuto conto delle normative e soprattutto del Piano di azione sul grifone del 2008 – spiega il tenente di vascello Renato Signorini – nell'emanazione dell'ordinanza tesa a evitare possibili atti di disturbo dal mare ai nidi, come richiesto. Si è stabilita anche una serie di categorie a cui sarà permesso l'accesso». Tra cui i soggetti che dovranno essere autorizzati dall’ufficio della Regione. Per Legambiente e Comune un vincolo necessario, anche alla luce delle vicissitudini del passato. «Quest'anno contiamo straordinariamente ben tre nidi a Cala Fenuggiu», afferma Mauro Aresu di Legambiente. Ma dove, forse anche a causa anche del disturbo dell'uomo, nel passato gli studi rivelano la più alta percentuale di problemi.

«Negli anni sono stati sette i grifoni involati e otto quelli persi», ricorda lo studioso. «Le competenze della Regione – spiega poi il rappresentante del Servizio tutela natura – sono tese non solo alla conservazione della fauna selvatica, ma anche alla gestione». Fatto che per il grifone significa in concreto preservare l'habitat dell'unica colonia nidificante allo stato naturale in Italia.

L'ordinanza, insomma, «È un piccolo tassello nel quale si innesta un più ampio progetto – rivela il funzionario –. Un percorso anche di ricerca e studio, di monitoraggio, di aggiornamento del sistema informatico di rilevazioni, che poi saranno messe a disposizione della comunità scientifica», ulteriormente intrecciato con altri interventi. Tra cui ad esempio la predisposizione di una serie di pronto soccorso provinciali per la fauna selvatica. «Piano però da varare, considerate le attuali misure sperimentali e temporanee. Vedremo l'evolversi della situazione – sottolinea il sindaco Casula – attraverso la condivisione con le forze che devono accompagnare questo percorso virtuoso». Che probabilmente «Sarebbe stato bene avviare già tempo fa», uno dei principali commenti tra le fila della platea.

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