La Nuova Sardegna

Oristano

I due fratelli incastrano il terzo rapinatore

I due fratelli incastrano il terzo rapinatore

Baressa, interrogatorio per la drammatica irruzione a casa del pensionato Angelo Cabiddu

27 aprile 2012
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BARESSA. Parlano due degli indagati principali. Parla la terza persona entrata nel processo nei giorni scorsi. Tace, invece, il quarto uomo che ha annunciato di voler rispondere alle domande degli inquirenti e del giudice solo in una fase successiva dell’inchiesta.

L’aula è carica di tensione ben prima che inizi l’incidente probatorio per la rapina all’anziano Angelo Cabiddu. Qualche settimana fa il pubblico ministero Paolo De Falco aveva richiesto l’esame degli imputati dopo aver constatato che le versioni fornite dagli indagati su quanto accaduto erano alquanto discordanti. Dopo aver confessato, i fratelli Emanuele e Federico Cadedddu (31 e 28 anni) avevano anche indicato il loro amico Roberto Firinu (23 anni di Marrubiu) come il vero responsabile del pestaggio che per poco non costò la vita all’anziano che fu ritrovato in condizioni gravissime e quasi morto di freddo solo la mattina dopo dalla badante.

Roberto Firinu, al contrario, aveva detto di non essere mai stato nella casa di Angelo Cabidu, ma di aver atteso il rientro dei due fratelli nell’abitazione di Federico Cadeddu dove si era recato per controllare il figlio piccolo di quest’ultimo e che in quei frangenti i due fratelli avrebbero messo a segno la rapina. Di fronte agli inquirenti avrebbero inventato l’altra versione che chiama in causa Roberto Firinu.

Quest’ultimo però, di fronte al giudice per le indagini preliminari Mauro Pusceddu ha taciuto avvalendosi della facoltà di non rispondere. Hanno invece parlato e ripetuto quanto già dichiarato i due fratelli. Federico Cadeddu (difeso come il fratello dall’avvocato Simone Prevete) ha detto di essere entrato nella casa dell’anziano zio assieme a Roberto Firinu. Emanuele ha invece confermato di aver fatto da palo per assicurarsi che nessuno li vedesse, mentre compivano la rapina che avrebbe fruttato poche centinaia di euro. Oltre alle loro dichiarazioni, tra le quali anche quelle sull’estrema condizione di miseria in cui le loro famiglie vivono, sono arrivate quelle di Serenella Dore, compagna di Federico Cadeddu assistita dall’avvocato Pierluigi Meloni, che ha affermato che Roberto Firinu non era nella loro casa la notte del 9 febbraio quando avvenne la rapina.

Sembra un mosaico perfetto e un caso giudiziario risolto, ma c’è una tessera che non è al proprio posto. Il silenzio momentaneo di Roberto Firinu, assistito dagli avvocati Cesare Sonis e Silvio Sanna, non scioglie infatti tutti i dubbi, anche se in soccorso degli inquirenti potranno venire altre prove, soprattutto elementi raccolti dagli inquirenti nella casa del pensionato e tracce lasciate dai rapinatori. (e.c.)

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