Pistola in mano e minacce, allevatore finisce a processo
SIAMANNA. La pistola puntata contro colui al quale contendeva un terreno per il pascolo del gregge e le minacce rivolte. Sono i due motivi che hanno convinto il giudice per le udienze preliminari...
SIAMANNA. La pistola puntata contro colui al quale contendeva un terreno per il pascolo del gregge e le minacce rivolte. Sono i due motivi che hanno convinto il giudice per le udienze preliminari Mauro Pusceddu a rinviare a giudizio l’allevatore Livio Pirastu accusato di minacce e di porto illegale di arma. Accadde tutto in campagna. Un altro allevatore, Gianni Cadeddu, stava conducendo il suo gregge in un terreno comunale adibito a pascolo, ma trovò l'ingresso sbarrato. Dopo uno scambio di vedute, Livio Pirastu si sarebbe diretto verso la propria auto per andare incontro a Gianni Cadeddu qualche istante dopo. È allora che avrebbe estratto la pistola e l'avrebbe puntata alla tempia dell'altro allevatore proferendo nei suoi confronti anche minacce di morte. I due però non erano soli, perché alla scena assistette anche la moglie di Gianni Cadeddu, che si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Gianfranco Siuni. Livio Pirastu, assistito dall’avvocato Gianfranco Sollai, sarà processato il 9 novembre. (e.c.)