La Nuova Sardegna

Oristano

In crescita il museo dell’ossidiana

In crescita il museo dell’ossidiana

La struttura di Pau verso un impianto fotovoltaico: autonomia energetica

28 agosto 2012
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PAU. L’oro nero, l’ossidiana, paga ancora. Quando un anno fa la Regione pubblicò l’elenco delle strutture museali ammesse a godere degli interventi pubblici volti a dare piena attuazione al Sistema regionale dei Musei, Piano di razionalizzazione e sviluppo, il cui obiettivo primario era la promozione e valorizzare dei beni e delle attività nonché il sostegno all’imprenditorialità nel campo dell’ottimizzazione culturale, nel piccolo centro del monte Arci fu festa grande per l’inserimento nel gotha dei luoghi della conoscenza del locale Museo dell’Ossidiana. Struttura che può e deve essere considerata alla stregua d’una finestra privilegiata dalla quale scrutare i tempi profondi dell’isola, dalla sua formazione fino a tutto il neolitico quando il massiccio lavico dell’Arci, giusto per la presenza della nera e tagliente pietra vitrea, diventò l’Eldorado del Mediterraneo.

Finanziamento regionale, 196mila 850 euro, che costituì una sorta di riconoscimento-premio per aver puntato oltre che sulla specificità della struttura museale, sulla qualità dell’offerta e soprattutto per l’adesione agli indirizzi tecnico scientifici imposti dal sistema regionale dei musei, dotandosi di tutti i requisiti previsti. In particolare, nell’atto istitutivo, di statuto e regolamento conformi al codice deontologico dell’International Council of Museums, fatto proprio dalla giunta regionale nel luglio 2005 attraverso il documento d’indirizzo politico-amministrativo “Sistema regionale dei musei”.

«Questo finanziamento è il riconoscimento per aver bene operato nel campo dei beni culturali creando una struttura che può essere considerata di eccellenza. Il finanziamento ci consentirà di apportare delle migliorie strutturali ma anche impostare una adeguata promozione e ottimizzare il sistema di gestione», disse a suo tempo il sindaco Franceschino Serra. E ad un anno e pochi mesi dal finanziamento già si è al lavoro per implementare ulteriormente l’offerta della struttura diventata meta d’obbligo per il turismo scolastico e non solo.

Tra gli interventi si spessore ci sono alcune modifiche nella zona ricezione e la realizzazione di un impianto fotovoltaico capace di rendere il museo totalmente autonomo in fatto di approvvigionamento energetico, quindi il miglioramento del percorso espositivo, dei supporti didattici ed altri di minore entità.

Tigellio Sebis

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