La Nuova Sardegna

Oristano

Grande festa a Bosa per l’ordinazione di don Antonio Campus

di Alessandro Farina

Alle 17.30 la solenne funzione nella cattedrale della città Domani il nuovo sacerdote celebrerà la sua prima messa

30 settembre 2012
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BOSA. Dopo l’ordinazione lo scorso anno di don Cristian Sanna, un altro giovane bosano si appresta a prendere i voti, dopo aver scelto la strada del sacerdozio. Questo pomeriggio infatti, dalle diciassette e trenta nella Cattedrale dedicata a Maria Immacolata, il vescovo di Alghero-Bosa, Mauro Maria Morfino ordinerà presbitero il giovane don Antonio Campus. Una festa per l’intera comunità, che proseguirà con la prima messa, celebrata da don Campus lunedì sempre in Cattedrale. Nato a Bosa il 16 febbraio del 1984, don Antonio Campus ha frequentato il seminario minore e si è diplomato al liceo scientifico di Bosa. Quindi gli studi alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna e attualmente la frequenza al corso di specializzazione in storia della Chiesa e beni culturali nella Pontificia Università Gregoriana a Roma. Intensi anni di preparazione, che questo pomeriggio culmineranno nella ordinazione presbiteriale, suggestiva e intensa funzione presieduta dal vescovo Mauro Maria Morfino, ed alla quale concelebreranno il vescovo emerito di Nuoro Pietro Meloni ed i sacerdoti in arrivo dalla foranìa e dall’intera circoscrizione ecclesiastica. «Chi sia il sacerdote cosa egli faccia è una domanda che più volte ha albergato nel mio cuore, la Scrittura, ne rivela l’identità più profonda: io sono il buon pastore e do la vita per le mie pecore. Ecco il grande programma di una vita spesa per il Regno dei Cieli: offrire la vita come il buon pastore fa per le sue pecorelle. È questo il dono di amore più grande!», questo un passaggio della riflessione che don Antonio Campus ha affidato alle colonne del quindicinale diocesano Dialogo. Poche righe, che tracciano il segno di una personalità e di una futura missione dove «Offrire la vita non è altro che amare in modo disinteressato e con cuore indiviso, amare è perdere se stessi, non aspettandosi il contraccambio, annientare la propria vita per donare la vita così come ha fatto lo stesso Gesù morendo come vittima sull’altare della croce», la ferma convinzione del futuro sacerdote. Una festa di fede quindi quella dell’ultima domenica di settembre, che sarà condivisa dai familiari, dagli amici, dai confratelli e da un’intera comunità, che ancora una volta vedrà uno dei suoi figli consacrato al sacerdozio. Domani, poi, un altro momento di forte emozione e partecipazione collettiva. L’appuntamento è in Cattedrale alle diciassette, quando le autorità civili rivolgeranno un pubblico pensiero al giovane sacerdote. Che alle diciassette e trenta celebrerà la sua prima messa. Tutti questi eventi saranno seguiti in diretta dall’emittente radiofonica Radio Planargia.

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