La Nuova Sardegna

Oristano

Nuovo carcere, l’attesa dei creditori

di Elia Sanna
Nuovo carcere, l’attesa dei creditori

La Confartigianato preoccupata per il mancato pagamento dei lavori realizzati. Patta (Cisl): «No all’arrivo di mafiosi»

30 settembre 2012
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ORISTANO. Non c’è solo il problema del possibile arrivo di camorristi e mafiosi per il carcere di Massama. C’è anche la questione di lavori non pagati che interessa diverse imprese oristanesi. Marco Franceschi, segretario provinciale della Confartigianato, lancia un grido d’allarme legato proprio alla conclusione dei lavori del carcere, tenendo però conto del fatto che le ditte locali hanno raccolto solo le briciole di quanto hanno fatto. Hanno sinora lavorato senza ottenere i compensi che spettano loro.

«La cittadinanza e le imprese locali avevano colto l’avvio dei lavori del carcere come un’opportunità di sviluppo, un importante cantiere che avrebbe potuto offrire occasione d’impiego per i lavoratori e di rilancio per le imprese del settore. Tra le imprese locali la struttura di Massama è già tristemente nota, non in funzione del ruolo sociale di detenzione e riabilitazione dei carcerati, ma come drammatico esempio di cattiva gestione del sistema degli appalti che vedono una decina di imprese locali in attesa dei pagamenti di lavori realizzati da ormai troppo tempo. L’impresa incaricata della realizzazione degli scavi o per la fornitura dei materiali per arrivare fino ai lavori specialistici di impianti e delle finiture attendono, da parte dell’impresa aggiudicatrice della costruzione, il saldo di importanti stati d’avanzamento. Responsabilmente le imprese che attendo da troppo tempo di essere pagate per i lavori realizzati e collaudati del carcere non compiono gesti clamorosi, ma chiedono che le stazioni appaltanti si facciano carico del problema consapevoli se non altro di aver omesso la loro opportuna azione di vigilanza e di controllo».

Nel dibattito sull’ipotesi di trasferimento di detenuti in regime di massima sicurezza è intervenuto il segretario provinciale della Cisl. Antioco Patta che ha messo sotto accusa in particolare le scelte unilaterali dello Stato, il silenzio assenso delle istituzioni in cambio dei pochi trasferimenti di agenti sardi nelle carceri isolane.

«Quanto sta accadendo mette in evidenza il modo superficiale dello Stato nell’affrontare i problemi legati al mondo carcerario isolano – ha denunciato Antioco Patta –. È un baratto dei trasferimenti di mafiosi nell’isola in cambio di pochi agenti di polizia penitenziaria. Ciò che sconcerta è che Roma decide, senza alcuna controparte, di inviare nelle carceri di Massama quaranta mafiosi. Che restino a Napoli. Non è pensabile che Oristano diventi una nuova Caienna – ha tuonato il segretario della Cisl – l’isola e la nostra realtà non se ne fanno niente di questa gente».

Secondo Patta questa vicenda è strettamente legata al disimpegno dello Stato nell’isola, che ha cancellato i servizi essenziali nel territorio.

Oltre ad Antioco Patta, protesta Edoardo Tocco, consigliere regionale del Pdl che chiede di convocare subito la commissione per i diritti civili.

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