La Nuova Sardegna

Oristano

Il Comune erede giudicale vuole gestire l’ex reggia

di Simonetta Selloni
Il Comune erede giudicale vuole gestire l’ex reggia

Il sindaco Tendas: rivendichiamo la legittima discendenza del Regno di Arborea Entro il mese l’amministrazione incontrerà il ministro dell’Interno Cancelliari

14 ottobre 2012
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ORISTANO. Non si perde in frasi di circostanza, il sindaco Guido Tendas. «Il Comune di Oristano è l’erede legittimo della Storia giudicale. In quanto tale, rivendica la gestione della Reggia». Tradotto: ora che i detenuti hanno lasciato il carcere di piazza Manno, e hanno trovato dimora nel nuovo istituto di Massama, la città si risveglia con uno dei pezzi di pregio della sua storia – l’antica reggia dei Signori di Arborea – nella disponibilità futura prossima al patrimonio comune. Tempi burocratici permettendo, è ovvio. Ma una cosa è certa: l’amministrazione è come un figlio privato per lunghissimo tempo della sua quota di eredità, e ora è pronto ad entrarne in possesso. Della legittima, appunto.

Non sono passaggi destinati a compiersi in tempi brevi, il sindaco Tendas di questo è pienamente consapevole. Ma si è già mosso con una serie di attività preparatorie. Intanto ha già contattato la segreteria del ministro dell’Interno Cancellieri. «La situazione è questa: il carcere di piazza Manno è ancora gestito direttamente dal Demanio è non ne è previsto il trasferimento alla Regione. Non riteniamo ci saranno difficoltà quando si dovrà compiere questo passaggio obbligato. Bisognerà poi capire come muoversi». L’incontro con il ministro dovrebbe svolgersi in tempi brevissimi: «Ci hanno detto entro questo mese. Noi abbiamo molta fiducia nel ministro Cancellieri, perché oltre che essere persona di cultura, ha svolto anche il ruolo di commissario comunale ed è quindi attenta alle sensibilità dell’amministrazione. La ex reggia giudicale, ripeto, è una delle nostre priorità».

Intanto, lo status di carcere è destinato a essere un vestito che l’ex reggia dovrà indossare almeno per alcuni mesi. L’amministrazione penitenziaria ha sì trasferito i detenuti, ma gli uffici restano ancora in piazza Manno. Tempi tecnici, logistica; non si può semplicemente staccare la spina.

«Ho già incontrato il direttore Pier Luigi Farci, e la sua idea, almeno per il momento, è di proseguire nel progetto Perdas, che ha coinvolto i detenuti nel recupero delle parti giudicali della struttura. Un progetto importante, coordinato dalla Sovrintendenza ai beni architettonici e archeologici e dal professor Raimondo Zucca». Il sindaco Tendas ammette: è stata una mossa importante, certo sotto il profilo sociale, ma anche per l’utilizzo specifico che si è fatto di questi corsi dentro una struttura non comune. E se la valenza sociale per i detenuti si sarebbe comunque ottenuta anche con un corso di taglio e cucito, ecco che la scelta qualificante di iniziare, dall’interno, un percorso di rcupero anche per quel gioiello storico ha gettato un’altra luce sull’intera operazione. Tutta da progettare, dal momento in cui si rivendica un’eredità bisognerà dimostrare di avere testa, risorse e progetti per non dissiparla.

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