La Nuova Sardegna

Oristano

Famiglia ostaggio di un gregge di pecore

di Claudio Zoccheddu
Famiglia ostaggio di un gregge di pecore

A Simaxis l’odissea di Angelo Prunas, “sequestrato” dal passaggio di 800 ovini e dei loro escrementi

27 novembre 2012
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SIMAXIS. La prigionia continua. Lo strano caso della famiglia tenuta in ostaggio da un gregge di 800 pecore non ha ancora trovato soluzione. A dire il vero, qualcosa sembrava essersi mosso dopo che il dottor Angelo Prunas aveva denunciato pubblicamente la sua situazione. Il gregge di pecore che ogni mattina e ogni sera transitava davanti alla casa di via Ogliastra, in località Genna Sparau, era scomparso per qualche giorno. L’idea di vivere lontano dagli escrementi delle pecore, depositati in quantità davanti agli ingressi dell’abitazione, iniziava a frullare nella testa del medico proprio quando il gregge è ricomparso, portandosi dietro tutti i problemi. Compresa la lunga sosta davanti ai due cancelli causata dall’attesa che le bestie compiono prima di riuscire ad attraversare la statale 388, una strada molto trafficata in cui sfocia via Ogliastra.

La situazione nella villetta di periferia è dunque ritornata all’assurda normalità di chi è costretto a superare un percorso a ostacoli ogni volta che varca il portone di casa, sia che lo faccia a piedi sia che affronti il “campo minato” a bordo dell’automobile: «Non sappiamo più come comportarci», ha detto ieri il medico che da anni sopporta una situazione paradossale, «per qualche giorno abbiamo ottenuto una tregua e proprio quando la strada e il marciapiede iniziavano a somigliare al resto delle strade del mio paese, le pecore sono ricomparse e con loro gli odiosi, e odorosi, escrementi che depositano in grande quantità».

Prunas le ha provate tutte, tra cui il dialogo con il pastore che impone alle sue pecore l’incredibile passaggio radente: «Non ho risolto nulla. Anzi, appena ho provato a comunicare con lui sono volate parole grosse». Angelo Prunas, però, non si è fermato al tentativo di mediazione con il pastore. Il medico ha provato a bussare anche alla porta del sindaco, Franco Cossu: «Non ho ottenuto niente neanche in questo caso. Sembra che la mia casa non sia considerata all’interno del centro abitato e dunque la strada che le passa davanti non debba essere pulita dal Comune». Da qui ad abbandonare il medico in balìa degli umori delle pecore, però, ce ne passa: «Ho provato a minacciare di non pagare la Tarsu ma non ho ottenuto nulla neanche in questo caso. Credo che la mia situazione debba essere risolta in qualche maniera, sarebbe sufficiente che il gregge sfilasse dall’altro lato della strada». Intanto, Angelo continua a vivere in ostaggio di un gregge di pecore e a coltivare la speranza che le piogge possano essere abbondanti e in grado di ripulire gli ingressi della sua abitazione.

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