La Nuova Sardegna

Oristano

Trascrizione errata: nome al femminile e niente indennità

di Elia Sanna
Trascrizione errata: nome al femminile e niente indennità

Un pensionato di Cuglieri, gravemente malato, a causa di un errore è stato trasformato da Francesco in Francesca

19 dicembre 2012
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ORISTANO. Per l’Inps di Oristano è un uomo di 81 anni, per la commissione medica della Asl è invece una donna. Un errore, ovviamente.un equivoco. Ma il banale errore rischia di compromettere l’erogazione della pensione di invalidità a un anziano di Cuglieri.

Francesco Pala, dopo aver atteso per un lungo anno la visita medica della commissione, alla fine, pur avendo i requisiti, non ha visto un euro. La pensione è stata assegnata a Francesca Pala, che non esisste. Ma Francesco quell’assegno non può ritiralo. Il patronato, che ha curato tutta la pratica, ha ora chiesto ai due enti il riesame del fascicolo per evitare una vertenza giudiziaria.

La solita burocrazia, in questo caso anche miope, ha fatto nascere un nuovo caso che nella sua drammaticità fa anche sorridere. L’anziano vittima dell’errore è malato, purtroppo gravemente, da anni. E ha bisogno urgentemente di quella quella pensione di invalidità che gli spetta per legge.

«Mi è capitato di tutto nel corso della mia attività, ma un caso simile sinceramente no – ha commentato ironicamente Giovanni Firinu, del patronato Acai di Oristano –. La cosa assurda è che Inps e Asl si rimpallano la responsabilità. Non solo, l’istituto di previdenza ha scaricato le colpe sul patronato, affermando che l’errore è stato commesso da noi».

La pratica di invalidità civile di Francesco Pala viene inviata dal patronato Acai, all’Inps di Oristano il 6 gennaio del 2011, in via telematica. L’istituto registra regolarmente i dati e li invia per competenza alla Asl, nel corso della trascrizione viene commesso l’errore che trasforma Francesco in Francesca. Il medico di Cuglieri, per evitare grane, certifica l’errore e lo corregge.

Nel mese di giugno di quest’anno Francesco Pala viene convocato, insieme al proprio medico, dalla commissione della Asl per la verifica degli accertamenti medici. Viene visitato regolarmente ma per i componenti della commissione lui rimane Francesco. Nel verbale della Asl viene riportato testualmente tra i dati, il nominativo di Francesca Pala, di sesso maschio, con tanto di codice fiscale. «Si pensava che l’errore venisse corretto ed invece no, tanto che il nostro assistito non può ritirare quella pensione – ha ripreso Giovanni Firinu –. Lo scorso 11 ottobre ho inviato una raccomandata alla Asl e all’Inps ed ho chiesto il riesame della pratica. “Tutto ciò ha dell’assurdo in quanto le condizioni del nostro assistito vanno peggiorate – si legge nella lettera – la causa di questo inghippo viene rimpallata tra Inps e Asl solo perché il certificato del medico curante era stato corretto».

E i quesiti sono tanti: «Se la variazione non era valida perché il signor Francesco Pala è stato convocato a visita e nel verbale viene indicato come Francesca Pala? La domanda sorge spontanea: i medici della Commissione – dice testualmente la lettera – dove erano quando è stato visitato il nostro assistito? Non si sono accorti che era un uomo e non una donna? Il tutto è inconcepibile e ingiustificato di chi è la responsabilità?»

I trenta giorni previsti dalla raccomandata scadono il giorno dopo Natale. Chissà che l’Inps o la Asl evitino la vertenza giudiziaria e si mettano la mano sulla coscienza. Sotto l’albero potrebbero infatti mettere la pensione di Francesco Pala: sarebbe un regalo graditissimo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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