La Nuova Sardegna

Oristano

Malvasia protagonista a Venezia

Malvasia protagonista a Venezia

Successo del prodotto Zarelli di Magomadas alla manifestazione Gusto in scena

24 marzo 2013
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MAGOMADAS. È un arrivederci quello della vitivinicola Zarelli alla manifestazione Gusto in scena, che si è svolta a Venezia dal 17 al 19 marzo. «Un’esperienza eccezionale dove la Malvasia di Bosa è stata apprezzata da chef e degustatori, mentre cinque grandi ristoranti di Venezia hanno inserito diversi nostri vini nei loro menù» dice soddisfatto Roberto Zarelli. Insomma ancora un successo, per il dorato e profumato nettare che matura nei filari delle vigne che dall’altopiano della Planargia degradano verso il mare. Conferma, se ce ne fosse bisogno, della necessità di un’azione sempre più incisiva di promozione per la coltivazione. Ma anche di decise regole a tutela dei consumatori, nella commercializzazione di un vino che è ormai uno dei concreti portali di ingresso turistico in Planargia. «Con la Malvasia ho promosso Bosa ed il territorio. Noi non ci possiamo permettere grandi produzioni. Ho anche puntualizzato che la Malvasia è bene venire a degustarla in Planargia». È questo il deciso il pensiero di Roberto Zarelli, convinto che Malvasia e sviluppo enoturistico della Planargia possano procedere di pari passo. «Ma a Venezia ho trovato grande professionalità da parte dei ristoratori. Così cinque grandi e apprezzati ristorante, dopo la degustazione, hanno subito inserito il nostro Inachis (Malvasia da pasto) e la Malvasia Riserva Doc 2006 nei loro menù, accompagnandoli a varie pietanze. Mentre dalle nostre parti, dopo vent’anni di battaglie, è ancora difficile trovare la Malvasia nelle carte dei vini, a parte qualche eccezione» Più una constatazione che una critica quella di Roberto Zarelli, che a Gusto in scena tornerà il prossimo anno ancora come invitato speciale. «Visto il successo, gli organizzatori mi hanno già “precettato” anche per il 2014» afferma Roberto. Mentre in Planargia, però «Dei duecento ettari coltivati a Malvasia solo cinquanta sono utilizzati da aziende, il resto della produzione locale prende altre strade». Un problema che prima o poi sarà necessario affrontare. «Anche perché l’utilizzo di queste uve da parte dei professionisti porterebbe benefici alle aziende, ai produttori e potrebbe aprire nuovi scenari lavorativi», è la convinzione di Roberto Zarelli. Che a proposito di promozione del territorio, con precisa domanda sulla Bitas oppone un deciso «No comment. Ci dobbiamo incontrare con gli altri produttori e fare il punto della situazione». Qualcosa forse non è girato per il verso giusto.(al.fa.)

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