La Nuova Sardegna

Oristano

Bloccati gli illegali dello strascico

di Enrico Carta
Bloccati gli illegali dello strascico

Bosa, la Guardia di finanza piomba su un’imbarcazione che pescava di fronte a Capo Marrargiu

26 marzo 2013
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BOSA. La detestano in tanti. La ritengono responsabile, non certo a torto, della devastazione dei fondali marini e del depauperamento delle risorse ittiche. Ieri però a un’imbarcazione e al suo equipaggio che stava effettuando una battuta di pesca a strascico è andata molto male.

Le acque della zona a nord di Capo Marrargiu erano infatti pattugliate dalla vedetta V.628, mezzo navale a disposizione della guardia di finanza che ha come sua base la sezione operativa di Alghero. È da lì che gli uomini delle fiamme gialle sono piombati sul peschereccio che, incurante delle leggi, stava effettuando lo strascico a meno di un miglio e mezzo dalla costa, nonostante la norma dica che questo tipo di pesca è lecito dalle tre miglia in poi e con un fondale superiore ai cinquanta metri di profondità.

Gli uomini del tenente Francesco Sancineto non hanno a quel punto mollato la preda e hanno cominciato a effettuare gli accertamenti. La rete che era ancora immersa completamente nelle acque del braccio di mare di fronte a Capo Marrargiu ha una dimensione di circa cinquanta metri. Ovviamente è stata immediatamente sequestrata, mentre miglior sorte ha avuto gran parte del bottino dello strascico illegale. Moltissimi dei pesci che sino a quel momento erano finiti nelle maglie sono stati rigettati, perché erano ancora vivi, in quel mare che per una volta non è stato depredato in maniera illegale.

Quella di ieri, un po’ lungo tutte le coste dell’isola, per i pescherecci dello strascico non è stata esattamente una bella giornata. La Guardia di finanza, oltre all’intervento a nord delle coste bosane, è stata protagonista di altri controlli che hanno bloccato la pratica illegale. È successo anche nei fondali di Capo Sferracavallo, di Porto Corallo, di Punta Zavorra, di Sarroch, del porto di Cagliari e a poche centinaia di metri dalla Punta di Cala Piombo. I finanzieri, la cui operazione era coordinata dal comandante del reparto operativo aeronavale di Cagliari, il colonnello Camillo Passalacqua, hanno comminato sanzioni pecuniarie dai duemila ai dodicimila euro per ogni capobarca.

Non tutto il pesce finito in trappola era ancora in vita. Non essendo stato possibile rigettarlo in mare è stato donato in beneficenza alle onlus locali, com’è già accaduto con i settecento chili di aragoste, sequestrati dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera, che erano stati donati alla Caritas di Cagliari che a sua volta ha realizzato un pranzo speciale a sorpresa per gli oltre trecento ospiti.

Gli interventi dell’ultimo periodo sono il segnale del costante monitoraggio condotto dagli uomini del reparto operativo aeronavale di Cagliari che, in tutta la Sardegna, operano di giorno e di notte anche per la salvaguardia dell’ecosistema marino, che sovente viene aggredito da molti pescatori abusivi, sempre pronti a violare le regole.

«Tutti i reparti navali della Sardegna – ribadisce il colonnello Passalacqua – sono impegnati in un'incisiva azione di controllo per la tutela dell’ambiente e delle risorse ittiche contro la pesca illegale a strascico praticata soprattutto di notte, con il favore delle tenebre».

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