La Nuova Sardegna

Oristano

Maxi evasione, in due ai domiciliari

Maxi evasione, in due ai domiciliari

Oristano, Livio Zedda è accusato di aver sottratto al fisco 3 milioni e mezzo di euro con l’aiuto del suo commercialista

14 aprile 2013
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ORISTANO. Secondo la Guardia di finanza avrebbe evaso imposte per oltre 3 milioni e mezzo di euro, attraverso una serie di società di comodo. La magistratura ha disposto il sequestro di un patrimonio immobiliare di oltre 500mila euro e disposto gli arresti domiciliari per il noto imprenditore oristanese Livio Zedda e per il suo commercialista di Cagliari, Iacopo Bernardi, entrambi di 64 anni.

Il gip del tribunale di Oristano, Paolo De Falco, ha notificato ieri mattina l’avviso di conclusione delle indagini e richiesto il rinvio a giudizio degli indagati. L’operazione, durata diversi mesi, è stata portata a termine nei giorni scorsi dal Comando provinciale delle fiamme gialle, dirette dal colonnello Sergio Schena e coordinate dalla procura del tribunale di Oristano.

Le indagini hanno fatto luce su una lunga e complessa serie di operazioni societarie con un terminale individuato anche in Lussemburgo. Società fittizie e di comodo messe su dall’imprenditore e dal commercialista – secondo la guardia di finanza – per eludere il fisco. «Nel corso delle indagini il nostro comando della polizia tributaria – ha dichiarato in una nota il colonnello Sergio Schena – sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di oltre 500mila euro, solo una parte quindi dei 3,6 milioni di evasione contestata all’imprenditore di Oristano. In totale sono cinque le persone indagate per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per le quali è previsto anche il carcere, attraverso venditi fittizie di immobili finalizzate ad evadere le imposte».

Grazie ai controlli sui conti correnti bancari riconducibili a Livio Zedda, le fiamme gialle hanno accertato il complesso meccanismo architettato. I beni delle due imprese sarebbero stati trasferiti alla società “Silanus Costruzioni”, che ha sede nell’area artigianale di Silanus, in un fabbricato fatiscente. Livio Zedda è risultato essere amministratore unico di questa società che non avrebbe mai operato nel settore dell’edilizia e che, sulla base dei controlli, è risultata controllata da un’altra società di diritto lussemburghese.

Prima dell’esecuzione “forzata” questa società avrebbe acquisito tutto il patrimonio immobiliare delle imprese di Livio Zedda attraverso atti di false compravendite per evadere le imposte. Sono stati sequestrati 6 terreni a San Teodoro e 45 terreni agricoli in Versilia, edifici a Cabras, Torregrande, Oristano, Tramatza e Lucca. Ancora, conti correnti bancari, libretti e polizze per 65mila euro, oltre a 10 pietre dure del valore di 3mila euro. Livio Zedda gestisce da oltre trent’anni un’azienda di manutenzione e installazione di impianti civili e industriali.

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