La Nuova Sardegna

Oristano

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Interminabile odissea per tre bimbi autistici

di Maria Antonietta Cossu
Interminabile odissea per tre bimbi autistici

ABBASANTA. Un errore involontario provocato forse dall’inesperienza o dalla scarsa dimestichezza con la burocrazia, un vizio nella procedura o un difetto di comunicazione: ancora non è chiaro cosa...

04 maggio 2013
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ABBASANTA. Un errore involontario provocato forse dall’inesperienza o dalla scarsa dimestichezza con la burocrazia, un vizio nella procedura o un difetto di comunicazione: ancora non è chiaro cosa abbia originato l’ennesimo problema che si frappone tra una famiglia di origini marocchine residente ad Abbasanta e il riconoscimento di un diritto sancito dalla sentenza del tribunale.

Questa è la storia di tre fratellini autistici. È la storia di un padre e di una madre in lotta da quasi tre anni per ottenere un aiuto economico che migliorerebbe l’assistenza e la qualità della vita dei loro bambini. In verità, il diritto all’indennità di accompagnamento era stato precedentemente riconosciuto anche dall’Inps sulla base dei controlli sanitari eseguiti dall’Asl, che ha riconosciuto ai tre i piccoli pazienti lo stato di invalidità civile e la sussistenza di un handicap grave. Qualcosa però poi si è inceppata, se fino a oggi quei soldi non sono mai stati liquidati alla famiglia marocchina, che nel frattempo si è allargata. L’esigenza di accudire l’ultimogenito e di seguire da vicino i tre piccoli bimbi affetti da autismo ha obbligato il padre a trascurare il lavoro.

La rinuncia ha aggravato la già precaria situazione economica della famiglia, cui per lungo tempo l’Inps si è ostinata a non trasferire i soldi. Un rifiuto che l’ istituto previdenziale aveva fondato sul fatto che i bimbi fossero sprovvisti di carta di soggiorno. Il giudice del tribunale civile aveva però rigettato quelle motivazioni e ha disposto il versamento alla famiglia di Said delle somme dovute. La sentenza è stata emessa nel novembre 2012, ma soltanto tre mesi fa l’istituto previdenziale avrebbe istruito le pratiche per liquidare le indennità arretrate e per rifondere le spese legali alla famiglia. Dopo tanto penare i protagonisti di questa storia si aspettavano un epilogo diverso e invece no. La sede Inps oristanese ha disposto il pagamento, ma questo non è andato a buon fine. Forse per un errore inconsapevole commesso da Said all’atto dell’apertura dei conti correnti postali su cui avrebbero dovuto essere accreditati i soldi, o chissà per quale cavillo. Il punto è che Said ancora non riesce a capacitarsi dell’ennesimo stop.

«Sono stato all’Inps a chiedere spiegazioni e qualcuno ha parlato della necessità di contattare la sede centrale di Roma per un chiarimento, ma di più non mi hanno detto», racconta Said, che per tentare di sbrogliare quest’altra matassa si è rivolto al legale del patronato. Nel frattempo la pratica è stata trasferita all’Inps di Ghilarza, che forse potrebbe chiarire le cose a un uomo che vuole solo una vita più dignitosa per i suoi bambini.

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