La Nuova Sardegna

ARBOREA. Si erano conosciuti per via della passione che li unisce. Ora entrambi sono al centro di un’inchiesta della procura che, ancora in fase embrionale, cerca di capire se tra l’istruttore di equitazione e la sua allieva ci fu davvero violenza sessuale. Il quadro della vicenda è infatti un po’ complicato e ancora tutto da definire. Le certezze riguardano esclusivamente il luogo indicato dalla vittima come quello in cui sarebbero avvenuti gli abusi e i nomi dei protagonisti. Quello del lavoratore del maneggio dell’Horse Country è finito sul registro degli indagati dopo che la ragazza, di oltre vent’anni più giovane di lui, ma comunque maggiorenne, raccontò delle presunte violenze.

Secondo l’accusa mossa dal pubblico ministero Rossella Spano, la ragazza sarebbe stata costretta ad avere dei rapporti sessuali, non riuscendo a dire di no a quell’uomo che avrebbe approfittato della condizione di inferiorità psichica della giovane.

Ma è proprio su questo aspetto che si gioca gran parte del procedimento. Ieri mattina di fronte al giudice per le indagini preliminari, Annie Cecile Pinello, è proseguito l’incidente probatorio. Il dottor Giuseppe Guerra, perito incaricato di esaminare la parte offesa, ha chiesto una proroga che è stata concessa dal giudice. Si torna in aula il 4 luglio per capire esattamente se sia veritiera la versione fornita dall’indagato, assistito dall’avvocato Gloria De Montis, o quella della parte offesa, assistita dall’avvocato Christian Stara. L’indagato sostiene infatti che i problemi psichici della ragazza non siano evidenti e per questo non si sarebbe accorto di aver a che fare con una persona non in grado di affrontare in maniera matura la situazione.

Il responso del consulente farà quindi capire meglio che strada potrà prendere il procedimento. (e.c.)