La Nuova Sardegna

Oristano

Invalida, ma lo Stato non paga

di Enrico Carta
Invalida, ma lo Stato non paga

Solarussa, il ministero deve 13mila euro alla famiglia di una ragazza malata dopo il vaccino

26 maggio 2013
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SOLARUSSA. Quando c’è da riscuotere non aspetta un istante. Quando c’è da pagare, al contrario, lo Stato fa di tutto per evitare di sborsare quei soldi che deve ai cittadini. Valentina Floris, ragazza che a luglio compirà ventisei anni, aspetta tredicimila euro. Non è in grado di sapere cosa siano, perché a pochi mesi dalla nascita è rimasta segnata nel fisico dopo aver effettuato una vaccinazione obbligatoria per antidifterite, antitetano, antipertosse e antipoliomielite. Da allora è costretta a letto da una permanente menomazione psicofisica.

Ad accudirla sono i genitori ai quali il ministero deve quei tredicimila euro per interessi legali mai pagati maturati nelle pieghe delle procedure burocratiche per il riconoscimento dell’invalidità. La famiglia di Valentina Floris riceve infatti una pensione mensile con la quale presta le proprie cure alla figlia. Aveva avuto diritto anche a un indennizzo, ma la cifra che ottenne non era quella corretta e così, dopo un pronunciamento del tribunale, aveva maturato anche degli interessi legali.

Si potrà pensare che, di fronte ad un caso del genere, quei soldi sarebbero arrivati senza battere ciglio. Invece no, perché nel 2007 la famiglia Floris, assistita dall’avvocato Robert Sanna, aveva dovuto fare causa al Ministero della Salute perché era inadempiente. I giudici diedero ragione alla famiglia, ma la cosa non si concluse lì perché lo Stato fece appello ritenendo di non dover pagare quegli interessi. La sostanza non cambiò di molto e il giudizio di secondo grado rimodulò solamente la cifra finale da pagare. Si arrivò così a quella definitiva di tredicimila euro.

Era il 7 dicembre del 2011 e quindi c’erano voluti quattro anni perché la giustizia percorresse tutte le sue tappe. Il problema è che un anno e mezzo dopo la sentenza, la famiglia Floris non ha visto arrivare un solo soldo, nonostante i ripetuti solleciti e il successivo precetto che l’avvocato Robert Sanna ha fatto pervenire al ministero e all’avvocatura dello Stato.

L’ultima mossa da fare, dal punto di vista legale, è quella del pignoramento nei confronti dello stesso ministero. Atto che al momento non è stato eseguito, perché appare davvero assurdo che si debba fare un simile passo per ottenere ciò che è stabilito da una sentenza e per di più per un argomento che non sarebbe nemmeno dovuto finire di fronte a un giudice, vista la sua delicatezza.

Se non ci saranno alternative, sarà comunque percorsa la strada del pignoramento. Intanto però Felice Floris, padre di Valentina che continua a chiamare «la bambina», è pronto a proteste anche clamorose. «Sono disposto ad andare a Roma – afferma – e a manifestare di fronte alla sede del ministero». Senza badare troppo alle sottigliezze del linguaggio prosegue: «Non è possibile che se ne freghino in questa maniera. Quando lo Stato chiede a noi di pagare, vuole i soldi immediatamente. Quando tocca a loro, trovano ogni modo possibile per rimandare. La ragazza sta a letto ventiquattro ore su ventiquattro e ha continuo bisogno di assistenza. Nemmeno tutti i farmaci che prende sono gratuiti». Ma lo Stato non risponde e gira la testa dall’altra parte.

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