La Nuova Sardegna

Oristano

La bianca lanugine invade i campi: nasce un giallo

di Claudio Zoccheddu
La bianca lanugine invade i campi: nasce un giallo

Per i teorici delle scie chimiche è un “polimero di ricaduta” Una sostanza che è apparsa nell’hinterland del capoluogo

29 maggio 2013
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ORISTANO. Una cosa è certa: non sono ragnatele. La stranissima sostanza lanuginosa che nei giorni scorsi è piovuta dal cielo sulle frazioni della città e su alcuni paesi dell’Oristanese non può essere il frutto del lavoro di un ipotetico ragno iper produttivo.

A dire il vero, sui filamenti bianchissimi che lunedì si sono appiccicati un po’ dovunque esiste una vasta letteratura legata a doppia mandata a un altro fenomeno perlomeno singolare, quello delle scie chimiche.

La sostanza lanuginosa che si è posata sulle auto, sulle piante e nei cortili degli oristanesi è nota al popolo del web, soprattutto agli esperti della teoria del complotto, con il nome di “polimero di ricaduta”. L’origine della sostanza, appiccicosa e talmente volubile che pare sublimi quando viene sfregata tra le mani, è uno degli snodi su cui si basa la letteratura complottista, un argomento in auge anche e soprattutto in Sardegna.

Nell’isola, infatti, le “chemtrails” o “scie chimiche” sono quasi una religione e i polimeri di ricaduta fotografati in Sardegna hanno contribuito alla scrittura nuovi e allarmistici capitoli firmati dai tanti teorici del complotto, quelli che preferiscono internet alle onnipresenti pitture sui cartelli stradali.

Alcuni di loro, qualche tempo fa, si erano dati appuntamenti a Oristano per partecipare a un convegno del comitato spontaneo "Cssc", un gruppo di persone che vede le scie chimiche come una realtà inconfutabile e, allo stesso tempo, uno dei tanti progetti messi in campo da una "entità suprema" che sarebbe impegnata nella creazione di un nuovo ordine mondiale studiato a tavolino.

I teorici del complotto, quindi, classificano i polimeri di ricaduta come una sorta di sottoprodotto, una conseguenza accessoria di un progetto (che i più radicali imputano alla Nato) dedicato al controllo del clima che avrebbe lo scopo di prevenire la formazione di eventi atmosferici turbolenti (uragani, precipitazioni intense, trombe d’aria) che potrebbero essere particolarmente disastrosi per il continente europeo.

La realizzazione pratica del disegno misterioso e segreto comporterebbe il rilascio in atmosfera, attraverso aerei privi di contrassegni identificativi, di particolari elementi come il bario e lo ioduro d’argento che sarebbero in grado di influire sul clima, impedendo o favorendo la formazione di nubi seguite da precisazioni piovose. Si tratta di sostanze che miscelate tra loro darebbero origine alla lanugine bianchissima comparsa due giorni fa.

Ovviamente, si tratta di teorie tanto affascinati quanto fantasiose che devono essere prese – perlomeno – con il beneficio del dubbio. Tuttavia, dalla strampalata letteratura on-line pubblicata dai teorici del complotto alle prove disseminate sul campo, il passo è breve.

Ad esempio, oltre a quella legata alla scie chimiche e al progetto di controllo del clima non ci sono molte altre spiegazioni che possano giustificare la presenza degli strani filamenti bianchi e lanuginosi che lunedì erano sparsi un po’ ovunque nei dintorni di Oristano.

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