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Un altro abuso contestato all’allenatore già condannato

di Enrico Carta
Un altro abuso contestato all’allenatore già condannato

TRESNURAGHES. Non erano tre i minorenni di cui aveva abusato. Ce n’è una quarta, è una ragazzina che già era entrata a far parte dell’inchiesta che riguardava Marco Lugas (51 anni), ex allenatore di...

11 luglio 2013
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TRESNURAGHES. Non erano tre i minorenni di cui aveva abusato. Ce n’è una quarta, è una ragazzina che già era entrata a far parte dell’inchiesta che riguardava Marco Lugas (51 anni), ex allenatore di calcio e uomo impegnato in iniziative sociali, condannato di recente a otto anni per aver avuto rapporti sessuali con alcuni ragazzini e ragazzine della zona.

Il capitolo giudiziario di primo grado sembrava chiuso con quella sentenza del giudice per le udienze preliminari Annie Cecile Pinello. Invece così non sarà, perché contestualmente alla sentenza di condanna lo stesso giudice ha rinviato gli atti alla procura perché provvedesse per un reato commesso nell’ambito della stessa inchiesta.

Durante l’indagine e il procedimento erano emersi abusi anche su un’altra bambina. Inizialmente si era pensato che fossero semplicemente atti sessuali con minore consenziente e con un’età superiore ai quattordici anni. Mancando la querela di parte non si era proceduto per quel reato, però durante le udienze qualcosa è cambiato. Sono emersi nuovi elementi che lasciano capire che Marco Lugas avrebbe avuto rapporti sessuali con la ragazzina quando aveva meno di dodici anni. Per questo reato non c’è bisogno di querela e così è scattata una nuova e rapidissima richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero Rossella Spano.

Il 17 settembre Marco Lugas sarà nuovamente di fronte al giudice. Bisognerà capire che strategia sceglierà l’avvocato difensore Anna Maria Uras, perché ovviamente il fatto è contestato in continuazione con gli altri episodi per i quali è già stato condannato. Nel caso in cui venga riconosciuta una nuova colpevolezza non rischia quindi una seconda condanna, ma semplicemente un ritocco della pena già inflitta. Gli otto anni potrebbero, insomma, diventare di più. Non dovrebbero invece esserci novità per i risarcimenti alle parti civili rappresentate dagli avvocati Rafaele Cocco, Vittorio Delogu e Riccardo Uda.

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