La Nuova Sardegna

Oristano

I testi della difesa: «Era una lavoratrice irreprensibile»

di Enrico Carta
I testi della difesa: «Era una lavoratrice irreprensibile»

Palmas Arborea, verso la fine il processo per Casa Serena A marzo la sentenza sui presunti maltrattamenti e abusi

10 ottobre 2013
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PALMAS ARBOREA. Una decina di testimoni ma è come se fosse un’unica voce. A citarli sono gli avvocati Rosaria Manconi e Sara Ghiani e, di fronte ai giudici, quei testimoni raccontano una verità ancora una volta diversa da quella sostenuta dall’accusa e dalla parte offesa.

È il processo per i presunti maltrattamenti e la violenza sessuale che un anziano ospite avrebbe subito a Casa Serena, la struttura di accoglienza che suo malgrado è finita al centro della vicenda giudiziaria che vedrà la conclusione il 27 marzo, dopo che ieri si sono concluse le audizioni dei testimoni della difesa. La volta scorsa avevano deposto quelli citati da Antonello Casula e Daniela Schirru, difensori di Pier Paolo Murru; ieri è stata la volta di quelli in favore di Simonetta Pili. I due dipendenti della cooperativa che gestiva la struttura di accoglienza – il primo è di Villaurbana, la seconda è di Siamanna – hanno sempre negato di aver abusato dell’anziano per compiere una sorta di punizione nei confronti di quell’ospite troppo invadente e poco tranquillo, che si sarebbe ribellato ai metodi ritenuti bruschi usati dai due dipendenti.

È la tesi del pubblico ministero Rossella Spano, che ha ereditato l’inchiesta dalla collega Diana Lecca e si fa forte anche del sostegno delle parti civili: la cooperativa è rappresentata dall’avvocato Francesco Corrias, mentre i parenti dell’anziano dall’avvocato Giuseppe Corronca. Eppure in tanti, anche ieri, hanno spiegato a modo loro di non credere a quel che viene contestato ai due imputati. Rispondendo alle domande, tutti hanno parlato, riferendosi a Simonetta Pili, di una persona irreprensibile sul lavoro. Chi le fece da istruttore nel corso, ricorda come sia stata la migliore tra gli allievi. Tutti gli altri hanno invece evidenziato come il carattere dell’anziano che ora è parte offesa non fosse tra i più semplici. Inoltre nessuno notò in quest’ultimo comportamenti strani o segni fisici particolari nei giorni successivi ai maltrattamenti e all’abuso.

Due tesi quindi che si scontrano. Il 27 marzo i giudici del collegio, presieduto da Modestino Villani (a latere Francesco Mameli e Anna Rita Murgia) avranno di fronte a sé una decisione non semplice.

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